Faenza, in partenza le celebrazioni per l’anno del Giubileo

Faenza

Il 29 dicembre si apre l’Anno Santo ordinario che cade ogni 25 anni (in passato erano 50). E mentre a Roma si apriranno le porte sante e sarà possibile accedere all’indulgenza giubilare, anche nella Diocesi di Faenza-Modigliana sarà possibile ottenerla, durante tutto il periodo che si profila particolarmente intenso dal punto di vista spirituale, improntato alla preghiera, alla fede, alla conversione, al pellegrinaggio e alla speranza.

Un “Pellegrinaggio di speranza”: è questo il messaggio che ha voluto trasmettere il vescovo Mario Toso alla comunità cattolica nel suo intervento di ieri ad annunciare le tappe, i contenuti e i significati più profondi di un evento che fu istituito da Papa Bonifacio VIII e che si perpetua nei secoli.

Insieme al vescovo hanno interloquito anche il vicario generale don Michele Morandi e il delegato al Giubileo don Tiziano Zoli.

Nel territorio della diocesi sarà la basilica Cattedrale l’unico luogo designato a ricevere l’indulgenza. E sarà qui che si glorificherà l’apertura, segnata, come indicato da Papa Francesco, da un “cammino di pace”, momento comune processionale, che partirà alle 17,30 dalla chiesa di San Francesco e giungerà in duomo dove monsignor Toso celebrerà la Santa messa di inizio dell’anno santo.

«Un anno - ha riferito il vescovo – in cui riceveremo la misericordia del Signore, il suo perdono, perdonando a nostra volta, vivendo la giustizia, pregando e costruendo per quanto dipende da noi la pace. Sarà un anno caratterizzato dalla speranza, un anno che genera in ciascuno uno shock spirituale , morale, capace di togliere o perlomeno ridurre i campi di rovina che ci circondano».

Durante le cerimonie sarà distribuito il sussidio ”Pellegrini di speranza” una sorta di vademecum con indicati i temi e le modalità per vivere appieno questo grandioso evento religioso. Azioni di purificazione dai peccati sono la confessione eucaristica e la comunione nell’arco di 8 giorni, le pie visite (anziani, ammalati) e i pii pellegrinaggi, praticare penitenze e, di nuova introduzione, il digiuno dai social il venerdì. Saranno organizzate giornate speciali a rimarcare le esperienze di pellegrinaggio e della confessione.

Proprio nel vademecum sono indicate le tracce di speranza, cioè i segni eloquenti radicati nella nostra diocesi, tra questi: il Sinodo dei giovani, l’oratorio cittadino, la ricostruzione della sala del teatro a Tredozio dopo il terremoto, l’impegno della Caritas nell’alluvione, la comunità energetica rinnovabile, le case del clero, dei nonni e le case fiorite, la scuola di formazione teologica, il dono delle vocazioni.

Su impulso del vescovo è nata la “Casa editrice delle grazie” con il desiderio di essere uno strumento divulgativo di dialogo tra fede e cultura.

Inoltre è di questi giorni la donazione della chiesa di san Rocco e San Francesco di Paola alla diocesi ortodossa Romena. Emblematici segni di speranza sono i volti e le storie di santi, beati, venerabili e servi di Dio della diocesi, anch’essi tratteggiati nel sussidiario.

Nel corso dell’anno giubilare avranno particolare rilevanza il pellegrinaggio a Roma dal 24 al 26 marzo (già 500 i mobilitati per l’ incontro con il Papa e passaggio nella Porta Santa) e la solenne messa di Pentecoste l’8 giugno. Il percorso si concluderà il 28 dicembre 2025 con un’altra celebrazione di ringraziamento.

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