Cesena. Museo archeologico: ok al progetto per un nuovo inizio dopo 6 anni di stop

È stato finalmente fatto un passo decisivo verso la realizzazione del nuovo museo archeologico di Cesena, che andrà a sostituire quello che è chiuso da ben 6 anni, proprio in attesa di un suo riallestimento. Quello che ha poi preso forma è un progetto più ambizioso del semplice “maquillage” a cui si era pensato in un primo tempo, e anche per questo si è andati per le lunghe. Pochi giorni fa, l’intervento da 2 milioni e 890mila euro ha ricevuto il via libera dalla Giunta comunale. Il progetto definitivo ed esecutivo del futuro spazio espositivo all’interno del complesso della Biblioteca Malatestiana è stato steso dall’architetto Paolo Bolzani. Una settimana fa lo ha inoltrato in Comune e, quasi a compensare un po’ di lentezza nella fase di gestazione, è arrivata un’approvazione quasi istantanea. A questo punto, visto che fin dall’estate 2022 la Soprintendenza aveva dato il suo ok, è tutto pronto per procedere alla gara d’appalto e assegnare i lavori per creare il nuovo museo. Se non ci saranno intoppi, sembra a portata di mano l’ultimo obiettivo temporale che l’Amministrazione aveva indicato: l’apertura al pubblico nel 2025.
I visitatori non entreranno più dal chiostro di San Francesco ma dal cortile posto tra la Biblioteca Malatestiana e casa Bufalini. All’interno delle sale saranno riorganizzati tutti i materiali, arricchendo il tutto anche con informazioni su monitor, e valorizzando i pezzi forti. Su tutti spiccano i “missoria”, la coppia di grandi piatti da mensa in argento, ognuno dei quali pesa 6 chili, del cui valore i cesenati non hanno mai avuto piena consapevolezza. Gli esperti sono infatti concordi nel dire che si tratta di uno dei reperti antichi più importanti mai recuperati in Emilia-Romagna. A quanto pare, appartenevano a una delle famiglie aristocratiche ravennati della tarda romanità (la datazione è il VI secolo), che li nascose proprio perché molto preziosi. Un’attenzione che ha permesso di salvarli e di poterne ancora ammirare le figure sbalzate sopra. In particolare, la scena di uno stalliere che tira un cavallo viene considerata molto bella e significativa dal punto di vista storico: si pensa perciò di farne una sorta di “brand” del futuro museo.
Tra le perle venute alla luce più di recente troveranno invece uno spazio adeguato il mosaico romano “della pantera”, affiorato nel 2017 in via Strinati e sottoposto a restauro, e una fornace da campana, di età rinascimentale. Quest’ultima, individuata a ridosso di Palazzo del Ridotto durante i lavori per la riqualificazione delle tre piazze e poi rimossa, dovrebbe essere collocata nella zona della reception.