Cesena, il Pug si aggiorna: incongruità addio per tre aziende

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Assotubi, Gasperini Mangimi e Calcestruzzi del Savio non saranno più considerati edifici incongrui al contesto rurale in cui sono inseriti. Le tre aziende venivano definite così nell’elenco degli “elementi incongrui e dissonanti” redatto dal Comune al termine di un censimento fatto in preparazione della prima stesura del Pug, il piano urbanistico generale, lo strumento di pianificazione urbanistica che andrà a sostituire il vecchio Prg 2000.

A definire quali edifici vadano considerati incongrui è la legge regionale 16 del 2002: «Si definiscono opere incongrue le costruzioni e gli esiti di interventi di trasformazione del territorio che per impatto visivo, per dimensioni planivolumetriche o per caratteristiche tipologiche e funzionali, alterano in modo permanente l’identità storica, culturale o paesaggistica dei luoghi». Al termine del censimento realizzato per costruire il “Quadro conoscitivo” del Pug, gli uffici comunali avevano schedato 22 insediamenti produttivi definendo per 7 di questi un impatto ambientale e paesaggistico alto e attribuendo a tre di questi (Assotubi, Gasperini Mangimi e Calcestruzzi del Savio) la categoria di opera incongrua. A questa definizione si accompagnano una serie di limiti per le aziende, tra queste c’è ad esempio l’impossibilità di avviare in quel luogo una nuova attività una volta cessata quella esistente, ma anche la preclusione ad ogni eventuale progetto espansivo. L’unico vantaggio che veniva riconosciuto erano una serie di incentivi in caso di trasferimento dell’attività ad altra area più consona.

Il percorso di approvazione di un Pug è fatto momenti di condivisione e confronto: con i cittadini, i professionisti, il Consiglio comunale, ma anche con altri enti, chiamati a loro volta a verificare che quanto riportato nei documenti che costituiscono il piano sia effettivamente conforme alla norma. Quest’ultimo confronto, quello tra enti, è quello che si è concretizzato nel Cuav, il comitato unico di area vasta. È in questa sede che è cambiato il destino delle tre aziende. I rappresentanti della Regione hanno infatti rilevato che l’uso della definizione “incongruo” che aveva fatto il Comune non era in linea con quanto prevede la legge 16 del 2000. Secondo questa norma l’incongruità riguarda nello specifico i cosiddetti “detrattori paesaggistici”, mentre nel motivare l’inserimento in quell’elenco, per le tre aziende erano stati portati elementi che riguardavano più che altro il loro impatto ambientale. Accogliendo quelle osservazioni, il Comune, in vista dell’approvazione del Pug prevista a metà mese, ha quindi aggiornato i documenti di cui si compone: è stata eliminata la parola “incongrui” e adattata a un lessico più appropriato anche la definizione di edifici “dissonanti”, ribattezzando quindi la lista in cui erano ricompresi in un più appropriato (ai sensi della norma) “Censimento degli edifici, opere ed elementi impattanti e allevamenti”.

La nuova denominazione libera queste tre aree da una serie di vincoli particolarmente stringenti, e in linea teorica apre anche ad eventuali espansioni. Si tratta di una possibilità che in caso di incongruità sarebbe stata preclusa a priori, ma rispetto alla quale non è garantito alcun automatismo. Nel caso, infatti, l’azienda dovrebbe avanzare la propria istanza secondo il percorso previsto dal Pug e sottoporsi alla Valsat, la Valutazione di sostenibilità ambientale e territoriale.

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