Ravenna, la morte sul lavoro al polo chimico. I Cobas: “Non possiamo smettere di indignarci”

Ravenna
  • 16 novembre 2023

Dopo la tragica morte sul lavoro di Stefano Poletti, il sindacato Slai Cobas Ravenna ha preso posizione in una dura nota. “L’operaio 59enne Stefano Poletti, dipendente della Raccagni srl, la ditta in subappalto Acmar, è morto sul lavoro al polo petrolchimico di Ravenna. Gli mancava un anno per la pensione. L’ennesima morte sui luoghi di lavoro – nella stessa giornata è rimasta uccisa in maniera orribile un’operaia in una fabbrica in provincia di Treviso – una strage infinita di operai sul lavoro che non può mai smettere di indignarci perché queste morti che avvengono nei luoghi di lavoro sono un atto di accusa contro un sistema a comando padronale nelle fabbriche, accusano i profitti dei padroni, sono la conseguenza dei contratti precari, è la catena di appalti e subappalti , è la mancata applicazione delle leggi sulla sicurezza e la mancanza di veri controlli, sono i governi che fanno leggi per tutelare i padroni.

E ci fanno indignare anche le reazioni dei confederali che hanno una certa forza organizzata al Petrolchimico, che ora si stracciano le vesti, che pare che scoprino solo adesso la pericolosità degli appalti e subappalti e che ripropongono i rituali Tavoli per nuovi protocolli, sempre la solita - inutile e contro gli operai – pratica della concertazione..... e senza indire neanche un minuto di sciopero. La possibilità di contrastare le morti sul lavoro e difendere la vita degli operai passa solo dall’autorganizzazione dei lavoratori, l’elezione dal basso degli Rls e non nominati dalle Rsu, le lotte operaie per controllare e incidere dal basso sulla produzione, la riconquista dal basso del potere operaio in fabbrica, l’unità con tutti coloro che si impegnano su questo fronte sul territorio e a livello nazionale che si auto-organizzino in una Rete nazionale perché il problema sono anche i governi, le leggi, tutto un sistema fondato sul profitto dei padroni che dev’essere rovesciato”.

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