«Il Comune di Forlì prenda una posizione sulla Palestina, non si può restare indifferenti al massacro»

Mentre oggi a Roma è in programma una grande manifestazione per fermare il massacro del popolo palestinese, a Forlì ambientalisti e attivisti consegnano in Comune una lettera aperta in cui si chiede di affrontare all’ordine del giorno della seduta del consiglio comunale di martedì il tema della Palestina.
«Tanti Stati stanno già assumendo decisioni forti - spiega Milad Basir, palestinese di origine ma da tanti anni residente nella città mercuriale -, per tali ragioni chiediamo anche all’Amministrazione locale di prendere posizione. In particolare invitiamo il Municipio a fare da portavoce per sollecitare il governo italiano al riconoscimento dello stato di Palestina e sospendere tutti i rapporti con il governo Netanyahu, come già fatto dalla Regione Emilia Romagna. Non possiamo rimanere indifferenti di fronte al massacro che si sta compiendo nella Striscia di Gaza, oggi diventata un cimitero a cielo aperto. Non possiamo stare fermi, è indispensabile che l’Italia e l’Unione Europea non si fermino alle dichiarazioni di condanna».
Continua, quindi, la mobilitazione avviata già nelle scorse settimane che è culminata anche con un appuntamento in piazza Saffi che ha visto la partecipazione di circa 400 cittadini. Sono, invece, 14 le realtà del territorio che hanno sottoscritto la lettera aperta consegnata in Municipio ieri mattina: Parents for future Italia e Forlì; Fridays fo future Forlì; Extintion rebellion Romagna; Udu Forlì; Forlì Città Aperta; Comitato No Megastore; Legambiente Forlì-Cesena; Equamente cooperativa sociale; Arci Forlì; Anpi Forlì; Cgil Forlì-Cesena; Mani rosse antirazziste Forlì e la Comunità albanese di Forlì.
«Già il Comune di Bologna ha seguito l’esempio della Regione ed altri stanno adottando analoghe decisioni - afferma Donatella Piccioni dei Parents for Future -. Come realtà abbiamo deciso di sottoscrivere questa lettera aperta, redatta in pochissimi giorni proprio per portare la questione già nel consiglio comunale di martedì, perché siamo convinti che senza giustizia climatica non c’è giustizia sociale».