Rimini, affitta un appartamento che non è suo: intasca migliaia di euro e sparisce nel nulla

Le mostra l’appartamento da prendere in affitto e le presenta tutti i documenti legati alla registrazione del contratto, ma quando è ora di trasferirsi iniziano i problemi.
L’appartamento non si libera, i locatari precedenti sono morosi e la presunta proprietaria dice di aver avviato nei loro confronti una procedura di sfratto.
Intanto, però, i 5.600 euro a titolo di cauzione, in contanti, sempre la sedicente proprietaria se li è presi. L’aspirante affittuaria si rivolge quindi a quel punto a un avvocato per fare indagini sullo stato dell’immobile.
Così facendo emerge una realtà sconcertante: quella che si è presentata come proprietaria dell’immobile non ha nulla di intestato e in più la casa risulta affittata a una persona che pare non esistere.
Ormai purtroppo certa di essere stata vittima di un ingegnoso raggiro, l’aspirante affittuaria, una donna sulla cinquantina, originaria della Svezia, che lavora come cameriera, decide quindi di rivolgersi all’avvocata Sofia Tosi, dello studio Caroli di Riccione, procedendo a querelare la sedicente proprietaria dell’appartamento da affittare, un’italiana.
Il reato, così come configurato dalla legale a cui la svedese si è rivolta, sarebbe quello di truffa aggravata, messo in atto con l’aiuto di altre persone, al momento non identificate.
I complici
La presunta truffatrice, infatti, non avrebbe fatto tutto da sola. Perché quando ha accompagnato la svedese nell’appartamento a Riccione, lo scorso gennaio, all’interno aveva fatto trovare una coppia di anziani, i quali avevano confermato che entro il 20 maggio avrebbero liberato l’alloggio.
Ma l’abitazione non sarebbe mai stata liberata: dopo la richiesta di delucidazioni avanzata dalla svedese, che si sentiva sempre ripetere come gli inquilini non se ne andassero nonostante l’avvio dello sfratto, gli accertamenti dell’avvocato Simone Marcheggiani hanno portato alla luce come ufficialmente il conduttore fosse un uomo bengalese, nemmeno mai iscritto all’anagrafe italiana e che il contratto di locazione era stato registrato con un codice fiscale inesistente.
E, inoltre, è emerso che la 35enne italiana non era proprietaria di alcun immobile. Quello mostrato a gennaio alla cameriera svedese, non era quindi certamente il suo appartamento.
Una volta apparso chiaro alla cameriera che a fronte dei soldi versati e del contratto firmato, non sarebbe mai entrata in quell’appartamento, ha provato e riprovato a chiamare la donna senza riuscire mai più a mettersi in contatto con lei. Ora è scattata la denuncia.
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