Melatonina: l’ormone che regola il nostro sonno

Negli ultimi anni, l’interesse verso il mondo dell’integrazione è cresciuto in maniera esponenziale; una ricerca di circa due anni fa condotta da Censis-Federsalus segnalava che sono circa 18 milioni gli italiani che fanno abitualmente (tutti i giorni o più volte alla settimana) uso di integratori; sono invece circa 4 milioni gli italiani che li assumono più sporadicamente (qualche volta al mese).

Fra gli integratori alimentari che più suscitano l’interesse delle persone, oltre alle vitamine del gruppo B e le vitamine C, D ed E, c’è la melatonina.

L’uso di melatonina per dormire sta sostituendo, per vari motivi che analizzeremo più avanti, l’impiego di farmaci tradizionalmente utilizzati per l’insonnia, i cosiddetti sonniferi (benzodiazepine, barbiturici, farmaci Z ecc.), sicuramente di provata efficacia, ma gravati anche da importanti effetti collaterali.

Cos’è la melatonina e perché è importante per la regolarità del sonno

La melatonina è un ormone (in ambito chimico è nota come N-acetil-5-metossitriptamina e la sua formula chimica è C 13H 16N 2O 2); pur essendo prodotta principalmente da una piccola ghiandola, l’epifisi (nota anche come ghiandola pineale), la sua importanza è enorme dal momento che è deputata alla regolazione dei cosiddetti cicli circadiani, fra cui l’importantissimo ciclo sonno-veglia.

La secrezione dell’ormone è regolata dalla luce; quando questa raggiunge la retina, alla ghiandola pineale arriva di fatto un segnale che le ordina di inibire la secrezione della sostanza; quando, invece, siamo in condizioni di mancanza di luce, il segnale è opposto e la ghiandola è stimolata a produrre la melatonina.

È durante le ore serali che la ghiandola pineale comincia a secernere l’ormone (e l’organismo si predispone al riposo); il picco viene raggiunto tra l’una le tre di notte; con la luce del sole la secrezione si riduce in modo netto (e l’organismo si prepara a essere attivo e reattivo).

La secrezione della melatonina non è però influenzata soltanto dalla luce, ma anche da altri fattori esterni; per esempio, lo stress; quando una persona vive un periodo particolarmente stressante aumenta nel suo organismo il rilascio di cortisolo, un ormone che antagonizza la melatonina; è per questo motivo che le persone che vivono periodi di ansia e stress soffrono spesso di insonnia.

Sono molte altre le condizioni che possono influire più o meno pesantemente sulla secrezione dell’ormone (età avanzata, alcuni farmaci come i betabloccanti e i cortisonici, assunzione di caffeina/alcol/superalcolici, jet-lag ecc.), causandone una drastica riduzione dei livelli plasmatici con inevitabili negative ricadute sulla qualità e sulla durata del sonno.

Ecco quindi che un’adeguata integrazione di melatonina rappresenta la soluzione ideale per ripristinare i corretti livelli in circolo di tale ormone; per disturbi più o meno lievi del sonno non è quindi necessario ricorrere ad appositi medicinali che oltre a pesanti effetti collaterali portano con sé un problema di non poco conto: la tendenza a creare dipendenza psico-fisica, cosa che nel caso della melatonina è assolutamente esclusa.

Attualmente, una supplementazione di melatonina è consigliata in particolar modo per:

  • riportare alla regolarità il ciclo sonno-veglia nelle persone non vedenti (venendo a mancare l’elemento spia della luce, il rilascio della melatonina può verificarsi a qualsiasi ora del giorno o della notte disturbando il normale ciclo sonno-veglia);
  • riportare alla regolarità il ciclo sonno-veglia nei turnisti;
  • trattare i disturbi lievi del sonno (in particolar modo nei soggetti adulti e anziani in cui la produzione di melatonina è ridotta a causa della calcificazione dell’epifisi, ma anche nei giovani che passano troppo tempo davanti agli schermi pc e a quelli degli smartphone: fenomeno del vamping);
  • combattere la cosiddetta sindrome da fuso orario (più nota come jet-lag).

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