Bancarotta a Cesena nell’azienda di marketing piramidale: i fratelli Mario e Paola Pulcini condannati a pene per 7 anni

Cesena
  • 03 luglio 2025

Quattro anni di reclusione per la bancarotta di We Work: l’ex azienda di Pievesestina che si occupava di vendita di elettrodomestici ed accessori di vario tipo commercializzati da un marchio di franchising attraverso venditori porta a porta.

Ieri di fronte al Collegio del tribunale di Forlì composto dalla presidente Monica Galassi e dai giudici a latere Federico Casalboni e Ramona Bizzarri, è tornato protagonista al banco degli imputati Mario Pulcini: deus ex machina della We Work, 55enne con residenza ad Acquaviva Picena, ma domicilio a Montiano.

Dopo che nel 2019 la sua azienda per la vendita di macchine per il caffè, stuoie antalgiche, materassi e purificatori d’aria era finita nell’occhio del ciclone in un processo (sempre a Forlì) con accuse anche di associazione a delinquere, la We Work ed il relativo sistema di vendita hanno fatto crac. Tanto da finire in procedura fallimentare. Imputarti assieme a Pulcini nelle accuse di bancarotta mosse in aula dal pm Emanuele Daddi, c’erano anche sua sorella Paola Pulcini ed uno zio dell’imprenditore: Giancarlo Pulcini.

Se lui è stato da sempre il primo pilastro della rete d vendita commerciale, sua sorella aveva assunto dal 2016 incarichi formali di legale rappresentante dell’azienda; mentre lo zio aveva ricoperto analogo ruolo apicale nelle settimane precedenti il fallimento. Tanto da avere come unico atto del suo mandato quello di consegnare tutto nelle mani del curatore fallimentare.

Per le accuse la bancarotta si è materializzata per una mala gestione aziendale che sommava viaggi e regalie che l’azienda provvedeva ad elargire ad incentivo ai propri “commerciali” nel sistema piramidale; ma anche acquisto e rivendita di beni mobili e pure distrazioni legate anche al mancato pagamento della previdenza per i lavoratori dell’azienda (che erano in prevalenza a contratto Co.Co.Co) e per elusione di pagamenti dell’Iva. Un “tourbillon aziendale” dal quale la We Work non si è ripresa e per la quale Pulcini si è trovato di nuovo alla sbarra a Forlì.

Per lui (difeso dall’avvocato Cinzia Felici) il tribunale ha sancito di comminare la pena richiesta dalla procura, 4 anni di reclusione. Per sua sorella Paola Pulcini (difesa dall’avvocato Alberto Giammarini) la pena decisa è stata di sei mesi inferiore alle richieste del pubblico ministero: ossia 3 anni di reclusione; mentre per lo zio dei due fratelli (difeso dall’avvocato Marco Tomassini) come anche da richiesta del pm è stata decisa l’assoluzione.

La condanna a Mario Pulcini arriva ad un paio di mesi di distanza dal processo d’Appello per la struttura della We Work a vendita piramidale. All’epoca del primo grado venne rigettata dal Tribunale di Forlì la tesi dell’associazione a delinquere e rispetto alle richieste di 7 anni di reclusone mosse dalla procura Pulcini venne condannato ad 8 mesi. Di qui la volontà della procura generale di ricorrere al secondo grado d giudizio sulla vicenda. Nel primo processo Paola Pulcini venne assolta. Ma anche contro di lei la Procura ha chiesto il processo di secondo grado.

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