Rimini, l’ex ispettore di polizia campione di danza: “A 74 anni ripago tutti i sacrifici fatti”

A passi di folk sul tetto del mondo. Si riassume in questi termini il trionfo siglato agli World Sports Games 2025 dal 74enne riminese Giosuè Tumminello, ispettore di polizia in pensione, e di sua moglie Maria Enrica Ranuzzi, ravennate che compirà 70 anni a dicembre, per 42 anni infermiera nella Cardiologia presso l’Ospedale “Infermi” di Rimini. Nei giorni scorsi, a Loutraki, in Grecia, hanno sfidato danzatori con una decina di primavere in meno sulle spalle finché l’oro ha coronato la loro performance nella categoria assoluti Master (over 65), dedicata ai balli del folclore romagnolo. E A Cervia il 17 giugno hanno conquistato il titolo italiano Master categoria over 65.
Tumminello, cosa avete provato con sua moglie salendo sul gradino più alto del podio nella competizione dei Word Sports Games 2025?
«Una soddisfazione enorme che ripaga di tutti i sacrifici affrontati. La nostra è una disciplina meravigliosa ma molto difficile prevedendo al contempo salti, evoluzioni ma anche perfetta coordinazione nell’esecuzione delle figure. La tabella di marcia è quantomeno serrata. Ci alleniamo tre volte la settimana per un totale di sei ore, il sabato sera andiamo a ballare nei locali e infine la domenica partecipiamo a gare in tutta Italia. Quando ci hanno messo la medaglia al collo, mia moglie è scoppiata a piangere e la tensione si è sciolta in un abbraccio tra applausi scroscianti. Già al momento della Polka show si era registrata una vera standing ovation, non solo in mezzo al pubblico ma anche tra i concorrenti, considerando le evoluzioni di cui siamo ancora capaci alla nostra età».
Di quali altri titoli vi fregiate?
«Siamo stati sette volte campioni di Italia, nove volte vincitori della Coppa Italia e per due volte abbiamo conquistato l’oro ai Word Sports Games: quest’anno in Grecia, come detto, e nel 2019 a Barcellona».
A che età avete cominciato a danzare?
«Ci è sempre piaciuto ballare ma quando ci siamo decisi a prendere lezioni avevamo quasi raggiunto i quarant’anni. Era il 1990 e, giunti sin qui, ci teniamo a ringraziare i nostri maestri delle “Sirene Danzanti”, Sandra Filippi e Mirco Ermeti».
Chi è il vostro fan più entusiasta?
«La nostra nipotina di 11 anni che festeggia ogni vittoria scrivendo dei pensierini molto commoventi accompagnati da bellissimi disegni. A fine gara le spediamo subito i video delle nostre esibizioni e lei dice che i nonni volano sulle note musicali».
Avete un portafortuna oppure eseguite un piccolo rito scaramantico prima di gareggiare?
«Quando si è ben allenati non c’è fortuna che tenga. È l’allenamento che porta a avere quel fiato che nel folk romagnolo si rivela essenziale».
Consigliereste il folk ai giovani?
«Senz’altro sì, ma le nuove generazioni non vogliono far sacrifici e i pochi che danzano concentrano ogni interesse sui balli latino americani».
La vostra passione comporta anche delle spese?
«Moltissime a partire dai vestiti che acquistiamo ogni anno, al costo totale di circa 2500 euro, in corrispondenza del campionato italiano. Il prossimo, tra l’altro, è in calendario martedì a Cervia. Al costo per il vestiario vanno aggiunti la benzina per gli spostamenti e le lezioni che fanno raggiungere la quota di 10mila euro all’anno. Solo il prezzo delle scarpe si aggira, come minimo, sui 120 euro al paio ma, considerando le esibizioni nelle piazze, basta una serata passata a volteggiare sull’asfalto per rovinarle. Detto questo, non ci è mai pesato nulla».
Quali i premi in palio nelle varie competizioni?
«Medaglie, targhe e diplomi ma anche coppe e trofei bellissimi. La nostra è tutta passione. Non per nulla siamo diventati anche maestri e giudici».
Una curiosità?
«Fino a una ventina di anni fa, quando abbiamo iniziato noi, il Folk romagnolo vedeva le coppie attaccare le scarpe al chiodo verso i 35 anni. La fatica convinceva tutti a gettare la spugna. Al contrario, noi siamo stati i pionieri nella creazione delle categorie over che prima non esistevano in questa specialità mentre oggi si oltrepassano i 75 anni, tutti o quasi vissuti in pista».
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