La magia della vena del gesso sulle strade della Granfondo Cassani

Fra la vena del gesso e la strada della Lavanda, ricalcando una parte del percorso della granfondo Cassani. Nell’entroterra a cavallo fra Faenza e Imola è possibile disegnare un anello di 85-90 Km con epicentro Casola Valsenio, paese natale di Alfredo Oriani, scrittore e cultore della bicicletta, da cui si dipana, appunto, la strada della Lavanda, lungo la Strada provinciale 67 in direzione Fontanelice e la Strada provinciale 63 in direzione Zattaglia. Il giro prevede ben tre salite ma tutte pedalabili e senza pendenze significative, tant’è che il dislivello complessivo risulta inferiore ai 2.000 m.

Il percorso

ITINERARIO: Faenza – Brisighella – Monticino- Zattaglia - Valico di cima Pozzo – Zattaglia – Valico del Prugno – Fontanelice – Imola – Faenza

Distanza: 85-90 chilometri

Salita: 1.020 m

Discesa: 1.050 m

Da Faenza a Brisighella

Punto di partenza ideale è Faenza, da cui far rotta verso Brisighella. Per raggiungerla, il percorso più veloce è la Strada Provinciale 302 che in appena 12 km conduce al borgo medioevale, fra i più belli d’Italia, tuttavia, si tratta di un’arteria molto trafficata. Per ovviare si può scegliere via Sarna (Strada provinciale 56): i chilometri sono leggermente di più, l’asfalto rugoso e poco scorrevole, ma il vantaggio è che si incontrano pochissime auto. Da Faenza si prende, quindi, via don Giovanni Verità e la si abbandona quando diventa Strada provinciale 16 (verso Modigliana) per girare a destra e proseguire in mezzo a campi coltivati su percorso ondulato. Dopo il bivio per Marzeno, si affrontano una serie di mangia e bevi, mentre davanti, sulla destra, si inizia a scorgere Brisighella, con la torre dell’orologio (sec. XIX), la Rocca dei Veneziani (sec. XIV), e il Santuario del Monticino (sec. XVIII) sui tre pinnacoli di gesso che dominano il sottostante borgo. Si entra nel centro abitato all’altezza delle terme e si risale all’innesto con la Strada provinciale 32, procedendo lungo quest’ultima per un chilometro, di fianco alla ferrovia.

Il Monticino e poi la vena del gesso

Poco dopo la stazione, si gira a destra per scalare il Monticino, affrontato sia dal medio sia dal lungo della granfondo Cassani. La salita misura appena 3,5 km, con un dislivello di 181 m e una pendenza media del 5,2%: ad abbassarla contribuisce l’ultimo chilometro e mezzo, in falsopiano, i primi 2, invece, presentano una pendenza media del 7,65% e uno strappo in doppia cifra. A scandire questo primo segmento sono 6 tornanti, dai quali si aprono scorci sulla valle del Lamone. Si procede inizialmente in mezzo a una fitta vegetazione, fra case e ville, con pendenza attorno all’8%, si costeggia la Rocca dei Veneziani e subito dopo il Santuario del Monticino, quindi, si esce allo scoperto, addentrandosi sempre più nel parco della vena del gesso, dove il bianco dei calanchi contrasta col verde dei prati. L’ultimo scoglio è un’impennata al 10,5%, quindi si arriva sul crinale, dove la vista spazia sino al mare, e si prosegue per 1,5 km facili prima di lanciarsi nel veloce toboga che in 3 km conduce al bivio per Zattaglia. Qui si gira a sinistra imboccando la Strada provinciale 78, che risale la valle del torrente Sintria e in 5 km porta, appunto, a Zattaglia, sotto le pendici del monte Mauro, in un ambiente selvaggio dominato sempre dal verde della vegetazione e dal bianco del gesso.

Avanti tutta verso Casola

Dopo il bivio, la strada riprende a salire, si affrontano due tornanti, un altro tratto in pendenza, quindi, si ridiscende nel fondovalle e si prosegue in leggera salita sino a Zattaglia, dove inizia la seconda ascesa del giro, quella al valico di cima Pozzo, lungo la strada della lavanda (Strada provinciale 63). Dal centro del paese si ignora il bivio a sinistra e si prosegue diritto, verso la Chiesa parrocchiale e il cimitero di guerra dove riposano le salme dei 242 soldati della Divisione “Friuli” che nell’aprile 1945, dopo aspri combattimenti, travolsero il fronte tedesco sul Senio. La salita, anche questa affrontata dall granfondo Cassani, non presenta particolari difficoltà: lo sviluppo è contenuto (4,6 km) e le pendenze mai eccessive, tranne uno strappo al 10% proprio all’inizio, subito dopo aver superato il ponte sul Sintria, mentre il dislivello complessivo è di appena 281 m (pendenza media 6%). La strada procede regolare, sempre fra il 6-7,5%, esclusi 300 m al 4,7% dopo il 2° km, e risale tortuosa le pendici del monte Albano, fra vigneti e frutteti. I tornanti veri sono appena 3, per il resto si susseguono curve e controcurve, dalle quali si possono ammirare il monte Mauro e la vena del gesso, alle spalle, e le cime circostanti, a est. La salita vera e propria termina al 4° km, visto che gli ultimi 600 m sino al valico (412 m) sono in falsopiano. Di qui, in 5 km, si raggiunge Casola Valsenio, lungo una bella discesa che presenta nella parte centrale un tratto pianeggiante, mentre il panorama si apre sulla valle del Senio.

Rush finale e il valico del Prugno

Superato il ponte sul fiume Senio, si sale per 500 m e si svolta poi a sinistra nella Strada Provinciale 306, che si segue per poche centinaia di metri, girando a sinistra nella Strada provinciale 70, della Lavanda, seguendo le indicazioni per Prugno/Fontanelice. Rispetto alla precedente, questa salita è un po’ più lunga (5,6 km)e irregolare, visto che alterna strappi (punta massima del 10%) e tratti in falsopiano, ma nel complesso è anch’essa molto pedalabile come testimoniano la pendenza media 6,4% e il dislivello, pari a 358 m. Di tornanti veri e propri se ne incontrano appena due, con la strada che si inerpica sinuosa alternando curve, controcurve e lunghi rettilinei, per fortuna mai impegnativi. Nel primo km si viaggia intorno al 7%, poi, dopo 300 m di tregua (3%), si passa di fianco al Giardino delle Erbe, creato nel 1975 con l’obiettivo di conservare e coltivare piante di interesse officinale e aromatico, di cui annovera ben 480 specie. Subito dopo, si supera il 1° tornante della salita e si affronta il tratto più duro, 700 m all’8% e poi al 10%. A questo punto segue un tratto facile (1,5 km al 4,5-5,5%, con un centinaio di metri addirittura in discesa) in cui si costeggia la pineta di Roncosole, beneficiando di un po’ di ombra, l’unica di tutta l’ascesa, dato che per il resto si procede allo scoperto, con panorama su Casola e la sottostante valle del Senio. In questo segmento, è bene rifiatare e riprendere le forze in vista del rush finale, 1,6 km sopra il 7%. Si raggiunge così il valico del Prugno (539 m), dove è posto il confine fra le province di Ravenna e Bologna. Da qui, in 2,4 km di strada bianca, si può salire sino alla Rocca di Monte Battaglia (800 m di altitudine), da dove si gode un panorama a 360 gradi. Proseguendo, si scende invece per 7 km e si raggiunge Fontanelice, nella valle del Santerno. Una volta qui, si svolta a destra nella Strada provinciale 610, continuando a scendere sino a Borgo Tossignano. A questo punto, si può continuare a percorre la Sp 610 “Montanara” fino a Imola oppure si può optare per la meno trafficata via Codrignano, che scorre parallela sulla riva opposta del Santerno e sbuca a all’altezza del Parco delle Acque Minerali dell’Autodromo “Enzo e Dino Ferrari”. In entrambi i casi, da Fontanelice sono una ventina i chilometri da percorrere fino a Imola, dove si imbocca la via Emilia (Strada statale 9) per fare ritorno, in 16 km, a Faenza.

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