Sport e contagi, a fine mese nel Ravennate torneo con 600 tennisti

Braccio di ferro tra il mondo dello sport e l’ordinanza del Comune di Ravenna. All’indomani dell’intervista sul Corriere Romagna al comandante della Polizia locale, Andrea Giacomini, non sono mancate le reazioni. In particolare l’avvocato Antonio Luciani, giocatore di tennis tesserato Fit e giudice-arbitro regionale, è convinto che la linea intrapresa dall’Amministrazione non sia supportata dalle norme. «Si dovranno rassegnare all’evidenza e accettare il fatto che i tornei riconosciuti possano continuare a disputarsi – dice Luciani –. Ravenna non potrà non adeguarsi a quello che già avviene sul territorio provinciale e negli altri comuni d’Italia».

Che il mondo del tennis non abbia intenzione di fermarsi, nemmeno in zona rossa e in pieno boom di contagi da covid-19, è un fatto; a confermarlo è l’imminente svolgimento del torneo Memorial Mario Borghetti che si terrà a Milano Marittima a partire dal 27 marzo e conta, a oggi, oltre 600 iscritti. «La nostra competizione è di interesse nazionale ed è riconosciuta dalla federazione – commenta Tamara Resta del circolo tennis Cervia –. Si svolge ogni anno in questo periodo».

Luciani, senza entrare nel merito di cosa sia giusto o sbagliato, ma solo su cosa è consentito fare o meno dalla normativa attuale, interviene sulla possibilità di svolgere sport. «A settembre/ottobre 2020 – spiega l’avvocato – la normativa nazionale anticovid prevedeva la possibilità di fare sport all’aperto per tutti, mentre al chiuso solo per chi era tesserato per una federazione riconosciuta dal Coni. A distanza di un paio di settimane la possibilità di praticare sport al chiuso, come atleta, si è estesa a tutti gli enti di promozione. A novembre, per giocare al chiuso, si è quindi avuto un boom di tesseramenti che presupponevano, in ogni caso, il possesso di un certificato medico agonistico. A gennaio c’è stata una modifica delle norme e una nuova stretta: poteva giocare, al chiuso e all’aperto, solo chi era tesserato per una Federazione ed era un atleta agonista iscritto a una competizione di rilevanza nazionale. In pratica sono stati esclusi gli atleti di tutti gli enti di promozione. Atleta agonista indica possedere il certificato medico agonistico; competizione di rilevanza nazionale vuol dire che il torneo è riconosciuto e indicato nel sito del Coni».

Luciani sottolinea che tutte le federazioni hanno indicato al Coni i tornei di rilevanza nazionale e il Coni ha provveduto a indicarli nel proprio sito: «A quel punto, gli atleti agonisti del tennis, anche degli enti di promozione, si sono tesserati Fit come consentito, non c’è stato alcun abuso del tesseramento. Venendo ai giorni nostri, parlando del tennis e del padel, sui siti ufficiali si trovano i tornei che vengono svolti settimanalmente e inseriti dal Coni come tornei di rilevanza nazionale. Il sindaco di Ravenna, con ordinanza di venerdì scorso, ha riconosciuto questa impostazione prescrivendo l’obbligo per il giocatore che vuole allenarsi di inviare una mail all’ufficio sport del Comune per dare prova a quale torneo è iscritto. A questo punto arriviamo a domenica scorsa: il torneo di padel a Porto Fuori (che è stato sospeso, ndr) era regolarissimo, riconosciuto dal Coni, con partecipanti tutti tesserati Fit e con certificato medico. Era un torneo come a decine si sono svolti in quel weekend in Italia e in Emilia Romagna, tutti riconosciuti dal Coni, e come altrettanti si terranno il prossimo week end».

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