Spiaggia: avanza l’ipotesi del 18: "I bagnini sono pronti"

Ravenna

RAVENNA. L’assessore regionale al turismo Andrea Corsini pensa al 29 maggio come data per l’apertura degli stabilimenti balneari, il presidente della Regione Bonaccini rilancia e chiede di partire dal 18 insieme a bar, ristoranti e parrucchieri, invece che dal primo giugno come indicato dal premier Conte. La sorte della stagione balneare è appesa a un filo e a quel protocollo di sicurezza che la Regione sta definendo per salvare il salvabile tra distanziamenti, steward di spiaggia, ristorazione sotto l’ombrellone e ingressi contingentati con prenotazioni. La misura di 10 metri quadrati per ombrellone non spaventa Maurizio Rustignoli, presidente della cooperativa Spiagge,perché sa di avere già misure simili in alcuni lidi.
«Nelle nostre località non mancherà l’offerta di ombrelloni, a Marina di Ravenna, Porto Corsini e Marina Romea cambierà poco, a Punta Marina e Lido di Savio andranno tolte il 40% delle postazioni ma ripeto, complessivamente il posto ci sarà. Non credo che avremo problemi di sovraffollamento purtroppo; può essere che nel weekend possa esserci il tutto esaurito in un bagno ma spostandosi sui nove lidi non mancheranno le soluzioni. Quanto alla spiaggia libera, è doveroso provare a gestirle e invitare le persone all’autoregolazione più che pensare a chiuderle o a un vigile sempre presente. Si potrebbe attuare il servizio di sorveglianza attivo contro l’abusivismo commerciale».
La prossima settimana il protocollo che riguarda anche gli alberghi dovrebbe vedere la luce per garantire la salvaguardia della salute e la gestione in sicurezza dei flussi, che nelle spiagge ravennati sono rarefatti durante la settimana e che hanno picchi nel weekend. «Per allestire la spiaggia ci vogliono alcune settimane – assicura Rustignoli –; per noi il protocollo deve garantire prima di tutto il distanziamento, l’igiene e l’informazione per operatori e bagnanti. Non vorremmo essere costretti ad affrontare la stagione come una battaglia per cui tutto ciò che accade alle persone che transitano è nella nostra responsabilità e d’altra parte non vorremmo arrivare a dover recintare l’area in concessione, tradendo il nostro modello di ospitalità. Di fronte a temi come gli sport sulla sabbia e le aree giochi occorre il buon senso, non regolamenti pensati come atti notarili di difficile applicazione».

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