Centinaia e centinaia di persone hanno riempito la chiesa di Sant’Ermete, oggi 19 dicembre 2025, per l’ultimo saluto a Martina Gnoli, la ragazza 18enne morta tragicamente in un incidente in scooter lo scorso lunedì, mentre si recava a scuola. Palloncini bianchi a forma di cuore, altri con la scritta “Ciao Marti”, hanno accolto amici, compagni di scuola, docenti e familiari. Presenti anche il sindaco di Santarcangelo Filippo Sacchetti e la consigliera regionale Alice Parma. Per permettere a tutti di partecipare è stata allestita inoltre una sala con maxischermo e collegamento streaming in un tendone accanto alla chiesa.
Di fianco alla bara bianca, il dolore composto della famiglia: il papà Loris, la mamma Stefania, i fratelli Christian e Federico. Proprio i genitori hanno affidato alla comunità parole di amore profondo e straziante: «Marti, a te che ci hai reso genitori e ci hai insegnato ad amare incondizionatamente: ci lasci un vuoto immenso. Tu, anima dolce e delicata, hai sempre affrontato tante paure con una forza da combattente. Rimarrai per sempre la nostra luce dal cielo».
Tanti giovani, stretti gli uni agli altri, hanno ricordato Martina come «una sorella», «un sole capace di risplendere e far stare bene tutti». L’amica che era con lei al momento dell’incidente, ricoverata ancora in ospedale ma non in pericolo di vita, ha voluto lasciarle una lettera: «Ti prometto che qualsiasi cosa che farò la farò per te, mi hai salvato. Sei la mia stella, ora, non smettere mai di brillare».
Durante l’omelia, don Stefano Vendemini ha scelto il Vangelo di Luca che racconta l’incontro di Gesù con la vedova di Nain, che ha appena perso il suo unico figlio. Davanti a quel dolore assoluto, Gesù le dice: «Non piangere», si avvicina al feretro e restituisce il ragazzo alla madre. «È il Vangelo di un Dio che non resta distante – ha spiegato il sacerdote – ma si commuove, scende dentro il nostro dolore e lo prende su di sé».
Accanto a questo passo, il richiamo al profeta Isaia: «Il Signore asciugherà le lacrime di ogni volto».
«Cristo oggi è commosso per Martina, per i suoi cari, per tutti noi – ha detto don Vendemini – La vita non si esaurisce con la morte: Martina è già avvolta dalla luce della risurrezione, e in essa vive, guarda e protegge chi resta».
All’uscita della bara, una miriade di palloncini a forma di cuore si è sollevata nel cielo, in un ultimo, struggente abbraccio collettivo.