San Mauro Pascoli, crisi Baldinini, i sindacati: “Da mesi chiediamo al Governo di intervenire”

San Mauro Pascoli
  • 20 maggio 2025

Crisi della Baldinini e posti di lavoro a rischio, presa di posizione dei sindacati. “La crisi - si legge in una nota - del calzaturificio Baldinini, che ha portato l’Azienda a dichiarare un esubero di circa 27 dipendenti, concentrati nel reparto produttivo, è l’ennesimo segnale di una crisi che ha colpito il settore calzaturiero nel Distretto del Rubicone in un quadro generale di grande difficoltà del settore Moda ( Abbigliamento, tessile, Calzature) a livello nazionale.

Sin dall’ottobre 2023 la nostra categoria territoriale Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil, si è attivata immediatamente a livello locale coinvolgendo il mondo produttivo, le associazioni imprenditoriali, le Amministrazioni locali e la Regione Emilia Romagna, con l’intento di trovare strumenti idonei a governare le criticità derivanti dal forte calo della domanda di prodotti di lusso da parte della clientela.

Da mesi, stiamo chiedendo al Governo di intervenire con una iniziativa che preveda l’introduzione di strumenti straordinari aggiuntivi a difesa del settore, stante che quelli a oggi disponibili (CIgo, Cigs, contratti di solidarietà) non sono infiniti in termini di possibilità di utilizzo e comunque restano insufficienti per poter attraversare una crisi che morde ancora forte.

Ad oggi dobbiamo constatare purtroppo che il Governo non ha ancora previsto strumenti e sostegni straordinari efficaci per il comparto Moda, sembra non vi sia consapevolezza nel riscontrare che la manifattura e nello specifico il comparto Moda, sia uno dei più importanti settori del tanto rinomato Made in Italy.

Sino ad oggi in qualche modo si è riusciti, non senza difficoltà, a governare le criticità, facendo un pesante ricorso agli attuali strumenti di ammortizzazione disponibili, evitando al massimo le fuori uscite di personale dalle aziende e tutelando in primis i livelli occupazionali, ma comunque pagando un conto salato in termini di reddito individuale delle lavoratrici e dei lavoratori.

Ribadiamo che senza interventi urgenti e straordinari resistere sarà sempre più difficile, ad oggi tutti gli indicatori economici prevedono un 2025 come un anno non di ripresa, bensì di conferma delle difficoltà che ancora non possiamo considerare alle nostre spalle.

E’ necessario non perdere ulteriore tempo in elucubrazioni convegnistiche ed analisi inconcludenti, occorrono atti concreti se vogliamo salvare il Distretto. Resta necessario agire rapidamente, per non dover assistere ad una ricaduta sociale di forte impatto che lascerà sul territorio un segno indelebile”.

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