Salvini scalda la piazza a Ravenna, Berlusconi annuncia Sgarbi

Ravenna

RAVENNA. La piazza che non ti aspetti ha risposto alla sfida del centrodestra schierato al completo a Ravenna per chiedere la vittoria e il governo della Regione. Matteo Salvini sembra aver dato tutto, soddisfatto guarda il suo popolo; Giorgia Meloni rimane la passionaria della destra e poi c’è lui, Silvio Berlusconi, per la prima volta in piazza del Popolo che da consumato mattatore annuncia: Vittorio Sgarbi sarà l’assessore ai beni culturali per «una regione bella, ricca di storia, arte e monumenti. Ci penserà lui». E Sgarbi è lì, appare sul palco insieme ai big a prendersi gli applausi. Un assessorato che si aggiunge a quello già annunciato da Salvini alla sicurezza.

«Da lunedì ci occuperemo della vita vera – assicura il leader del Carroccio – in Emilia Romagna lotteremo contro la droga, io sto con le mamme e i papà, penso a una regione vicina alle famiglie. So che Ravenna soffre per i 10mila posti di lavoro dell’oil&gas, qui ci sono tasse anche sulle ombre e le verande. Ma i sondaggi ci danno in vantaggio e stravinciamo». Il segretario della Lega Romagna Jacopo Morrone dirige gli interventi sul palco, Salvini dedica la serata a Mario Cattaneo, il ristoratore di Lodi assolto perché «la difesa è sempre legittima».

E ancora Salvini ricorda di aver stretto la mano a ex Pd, ex Rifondazione ed ex Cgil. «Ho dato qualcosa e ho ricevuto gioia, emozione, affetto non solo voti, sono pronto a dare la vita. E se vinciamo mandiamo a casa Conte». In tutti gli interventi comparirà sempre il riferimento a Bibbiano, ma è Giorgia Meloni ad alzare il tono della serata e a prendersi la piazza parlando di «crocevia della storia», di Sardine che «nascondono squali», di Bonaccini che «si vergogna dei partiti che lo sostengono». Seguono i cavalli di battaglia del partito delle tasse, della sicurezza, dell’immigrazione. «Andremo fino in fondo, sono pronta a governare e dare un’identità alla nazione. Lunedì citofoniamo a Conte».

Poi con la benedizione di Berlusconi che la indica come la seconda presidente donna dopo la governatrice dell’Umbria, in attesa della terza in Calabria, Lucia Borgonzoni infine prende la parola e promette un futuro migliore. «Dopo tutti gli insulti che mi hanno rivolto credo che abbiano paura». Promette la sanità per tutti, il merito nei concorsi e nuove regole perché: «prima gli italiani». E affonda: «ci promettono infrastrutture da 50 anni e difendono cooperative che pagano i lavoratori 3 euro. Noi abbasseremo l’Irpef». Ribadisce la necessità di un assessorato alla sicurezza perché «abbiamo paura». E per conquistare anche lei la piazza assicura: «Bisogna crederci, non molliamo. Ci liberiamo e andiamo a prenderci il paese». Sotto il palco i candidati ravennati Alberto Ancarani con Alessandro Cattaneo, Gianfilippo Rolando e Samantha Gardin ascoltano e sperano. Intanto a pochi passi le Sardine in piazza Kennedy chiudono vicino a Salvini questa combattuta campagna elettorale.

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