Ttg Rimini, i sindacati balneari avvertono: “Confisca senza indennizzi? Allora ci sarà un contenzioso colossale”

Rimini
  • 09 ottobre 2025

Maggiore concorrenza non significa “confiscare le aziende e consegnarle a chi non sa cos’è un ombrellone”. La questione balneare, amplificata dalla presenza del ministro dei Trasporti Matteo Salvini, tiene banco oggi nella seconda giornata del Ttg, il salone del turismo di Italian exhibition group in corso in fiera a Rimini. E durante il convegno “Un futuro per la balneazione attrezzata italiana”, il presidente di Sib-Confcommercio, Antonio Capacchione, rimarca che sono passati “troppi anni, sette governi e tanti ministri e parlamentari che ora non si fanno più vedere”, senza risolverla. Si parla però, prosegue, di “miracolo turistico italiano”, quando oltre il 39% delle presenze turistiche è nel balneare: “Siamo l’ammiraglia del turismo italiano” ed “è inconcepibile tentare di demolire un settore così importante”. Il nodo è quello degli indennizzi al concessionario uscente, che la Commissione europea si rifiuta di riconoscere: “Noi non siamo interessati ai soldi ma a continuare a lavorare”, alza la voce Capacchione”, anche se così “non si riconosce qualcosa di logico”, come a dire che “tutte le aziende hanno un valore tranne quelle balneari”. Insomma la categoria è per un’applicazione “corretta” della direttiva Bolkestein, per cui “se presuppone la scarsità di risorse, questa va verificata” e se ci sarà “una confisca senza indennizzi”, avverte Capacchione, ci sarà “un contenzioso colossale. Occorre poi intervenire anche sulla governance perché, la legge sul trasferimento alle Regioni del demanio marittimo non è mai stata applicata, e sui canoni. Infatti “c’è chi paga tanto e chi poco, vanno modificati perché penalizzano gli investimenti”, mentre i Comuni sono gli “esattori dello Stato, ma non hanno poi le risorse per rendere fruibili le spiagge libere”.

Anche il presidente di Oasi Confartigianato Diego Casadei sottolinea che “solo le nostre aziende non hanno un valore”, mentre il collega di Fiba Confesercenti Maurizio Rustignoli mette in luce che “se abbiamo accettato, obtorto collo, le evidenze pubbliche, non accettiamo che non sia riconosciuto il valore d’impresa”. Da parte dei “burocrati” della Commissione europea, prosegue, c’è “un’attenzione esagerata nel non volere trovare un percorso di equilibrio e nessuna volontà di mediare”, ma i bagnini “non vogliono privilegi” e non intendono “farsi espropriare le proprie imprese”. Occorre dunque, conclude, “trovare una soluzione definitiva per investire e avere tranquillità”, perché “una legge senza indennizzi penalizza la categoria”.

Dal canto suo il presidente di Federbalneari Italia, Marco Maurelli, condivide l’impegno del ministro Salvini nel “difendere il principio degli indennizzi”, ma fa notare che il relativo decreto è “in grande difficoltà e fermo al palo”, per cui occorre “dalle parole passare presto ai fatti. È indispensabile che la Commissione europea e il Consiglio di Stato licenzino favorevolmente il provvedimento trovando una soluzione concreta e condivisa, ed evitando ulteriori contenziosi”. E “il tempo stringe”, conclude Maurelli, anche sulla modifica dell’articolo 49 del Codice della navigazione, perchè le imprese balneari oggi “non hanno alcuna certezza su come continuare la propria attività”.

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