Un uomo di 83 anni affetto da disturbo neurocognitivo maggiore (di grado lieve), adescato in un ristorante a Modena e indotto a versare 200.000 euro. E una donna, inabile civile al 100% e affetta da un disturbo di personalità a cui sono stati ‘spillati’ 180.000 euro. Sono due delle oltre 6.000 vittime prese di mira in tutta Italia da una presunta associazione a delinquere specializzata in truffe nel settore delle energie rinnovabili, sgominata nei giorni scorsi dall’operazione “Cagliostro” della Guardia di finanza di Bologna, coordinata dalla Procura felsinea. Sono 10 gli indagati, tra i 33 e i 53 anni, residenti a Bologna e provincia, Frosinone, Teramo e nelle province di: Pescara, Arezzo, Roma e Rimini. Un uomo originario di Salerno risulta senza fissa dimora. Tutti sono a vario titolo accusati di aver accumulato tramite la società “Voltaiko” e il relativo portale web (entrambi finiti sotto sequestro) profitti illeciti per 80 milioni. Alle vittime dei raggiri, secondo gli investigatori persone facoltose individuate con cura e pedinate, veniva in sostanza proposto di affittare pannelli fotovoltaici in Stati esteri prospettando allettanti rendimenti economici in “energy point”. A fronte però del mantenimento degli investimenti per almeno tre anni. Peccato che i 13 impianti di cui si proponeva l’affito, in Australia, Argentina, Panama, Indonesia, Brasile, Malesia, Sud Africa, Venezuela, Tanzania Ecuador e Kenia, sono poi risultati in alcuni casi di proprietà governativa, in altri abbandonati e in altri ancora appartenenti a società private di diverse nazionalità.
Tra gli indagati - accusati di vari reati finanziari ma anche di circonvenzione di incapace - compaiono anche un ufficiale dell’Aeronautica militare e due manager di alto livello di due differenti istituti bancari, che secondo la Procura non esitavano a proporre gli investimenti fraudolenti ai loro clienti abituali. Uno di loro, visto il ruolo ricoperto, utilizzava i suoi due figli come prestanome ed emettitori delle fatture per le provvigioni derivanti dai noleggi inesistenti. Il capo dell’organizzazione, invece, utilizzava di volta in volta un nome diverso, tra quelli dei suoi tre “alias”.