Nasce il Part, il nuovo museo di arte contemporanea a Rimini

Rimini

RIMINI. Il Part è nato, presentato ieri a Milano dal sindaco di Rimini Andrea Gnassi, da Letizia Moratti, cofondatrice della Fondazione San Patrignano, e dalla curatrice della collezione Clarice Pecori Giraldi, ospiti alla Triennale dell’architetto Stefano Boeri.
L’apertura sabato 14 marzo dei Palazzi dell’Arte di Rimini (Part appunto), il nuovo sito museale che ospiterà la collezione d’arte contemporanea di San Patrignano, è molto di più di una ospitata da parte di una città di mare di una mostra, seppur ricca, al fine di permettere ai turisti più esigenti di godere durante la vacanza al mare anche dell’elemento cultura. Che già sarebbe tanto. È un tassello potente di un progetto ben più ambizioso che vede l’evoluzione, avviata da tempo dall’amministrazione Gnassi, di una città di mare, e quindi declinata inevitabilmente al balneare nonché ai limiti della stagionalità, in una polis emblematica, identitaria, ricca di storia, arte e cultura, con una forte vocazione al sociale e alla sostenibilità culturale.

Una città in trasformazione

Nonostante i riminesi siano già abituati da tempo ai cantieri culturali, dalla ricostruzione del Teatro Galli alla riapertura del Cinema Fulgor ai progetti per il Museo Fellini, di prossima inaugurazione a Castel Sismondo, in questo caso si parla di un’occasione di avvicinamento per il pubblico generale all’arte contemporanea, oltre che di uno strumento per valorizzare al massimo le donazioni ricevute dalla famosa comunità di Coriano.
E “città d’arte” diventa un’espressione non più sufficiente per definire la Rimini di cui ci si sta occupando oggi, in trasformazione da città bellissima, ma incerta, a capitale europea attraverso la rivalutazione di monumenti e architetture preziose, in pieno riscatto del suo patrimonio culturale, impegnata ad aumentare in modo esponenziale gli attrattori che, per un tessuto la cui economia si basa sul turismo è, di questi tempi, strategicamente fondamentale.
Ben venga dunque per i riminesi se al mito del lungomare, quell’ingorgo di vita mescolato a una dose massiccia di vertigine che esplode nei mesi estivi, si aggiunge oggi un’altra anima vitale che vede la sua sede nel centro storico e più precisamente in quel magnifico quadrilatero antico che è Piazza Cavour.

Il sindaco: «Motore per Rimini»

«L’investimento sull’arte è un motore per la città – ha affermato Andrea Gnassi alla presentazione milanese –. Soprattutto per una città come Rimini, un piccolo borgo fatto di tante anime che d’estate si anima con milioni di presenze che lo obbligano a parlare diverse lingue. Una città che non ha a che fare con gli algoritmi ma con le piazze dove le persone si mettono in relazione e creano comunità. La cultura è un driver e l’arte è la traiettoria della cultura. Qui si parla di un museo culturale con valenza sociale nel luogo simbolo della città, si parla di arte a portata di tutti, di riscatto sociale, di un patrimonio per il “dopo noi” perché dinamico, in evoluzione e quindi legato a una economia circolare».

La sede prestigiosa

Il Part prima di tutto riqualifica due edifici storici nel cuore della città: il duecentesco Palazzo dell’Arengo e il trecentesco Palazzo del Podestà. Una rivalutazione architettonica che è stata affidata all’architetto Luca Cipelletti e non è per niente scontata visto che questi splendidi palazzi medievali hanno subìto, come è normale in Italia, il degrado della “normalizzazione” dei luoghi, cioè della destinazione a uffici pubblici, offuscandone gli elementi architettonici.
Sono dunque stati riportati alla luce gli elementi di pregio originali, come la sequenza di capriate palladiane, le grandi polifore, i materiali. Poi, nella sala dell’Arengo, l’allestimento con una regia di percorso che valorizza la percezione della sala e delle opere, l’eclettica collezione della Fondazione San Patrignano, raccolta di opere eccellenti del panorama contemporaneo italiano e internazionale, che Letizia Moratti ha deciso di allocare qui, accettando l’invito di un sindaco lungimirante.

Letizia Moratti «senza parole»

«Quando ho chiesto ad Andrea Gnassi uno spazio per esporre la collezione a Rimini sono rimasta senza parole di fronte alla proposta di ospitarla nei palazzi medievali del centro – ha raccontato Letizia Moratti a Milano –. Questo connubio tra pubblico e privato rappresenta un unicum in Italia e dimostra come l’arte possa essere un volano fortissimo sotto diversi aspetti, dal turismo all’impegno sociale».

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