La città invisibile delle case invendute

Rimini

 

RAVENNA. Tra gli effetti più tangibili della crisi economica c’è l’enorme volume di abitazioni invendute che svettano al limitare della città. Un mare di case vuote che colloca la provincia di Ravenna al 26º posto secondo la classifica pubblicata da Il Sole 24Ore sullo stato di salute del settore immobiliare. Scorrendo i numeri ci sono in vendita 3.630 case “usate” e 660 nuove. In tutto parliamo di 4.290 case senza famiglie dentro. Una sorta di città invisibile nella città. Per ogni mille abitazioni 18,7 aspettano un acquirente, la media nazionale si ferma a 15,8 case invendute ogni mille unità abitative.

Una situazione a cui si vanno ad aggiungere - secondo gli osservatori del settore - , il blocco dei mutui per le famiglie e le imprese da parte delle banche e il peso delle nuove imposte sulla casa.

«Siamo di fronte a un risultato che non mi sorprende - commenta Fabrizio Savorani dell’omonimo gruppo di servizi immobiliari - fino al 2007 con Rimini avevamo grande dinamicità in Romagna. Nell’ultimo mese e mezzo abbiamo visto un’apertura al credito per le famiglie, ma non per le imprese, benché il mercato immobiliare non sia in salute. In città non si vedono gru, cantieri nuovi non ce ne sono da tre anni, il numero delle concessioni edilizie è calato del 50%. E l’85% delle compravendite sono sull’usato. L’assorbimento del costruito è molto rallentato. Il mercato però non è morto, dopo il calo delle compravendite ora è iniziata la discesa dei prezzi che precede la ripartenza delle compravendite. Si tratta di un ciclo lungo, forse il più negativo dopoguerra. Ma passerà, il mattone è destinato a vincere la crisi. In Italia si rivedono i capitali stranieri perché abbiamo i prezzi fra i più bassi al mondo». Per cercare di sostenere il settore arrivano le misure del Governo inserite nel decreto Sblocca Italia come il bonus fiscale del 20% sull’Irpef per chi compra una casa del valore massimo di 300 mila euro di classe energetica A o B e l’affitta con un canone concordato. Nel decreto spicca anche la regolazione dell’affitto con riscatto ovvero la formula rent to buy che permette all’acquirente di entrare subito nell’abitazione con un affitto per tre anni maggiorato, una parte viene infatti conteggiato come deposito per il futuro acquisto. A quel punto l’acquirente potrà accendere un mutuo per completare la transazione.

«Con l’aumento delle prestazioni imposte dalla classificazione energetica – conclude Savorani - i costi di progettazione e costruzione sono cresciuti e i tagli delle unità si sono ridotti. Fino agli anni Ottanta un’unità con due camere da letto era da 100 metri quadrati, da tre letti era di 150, oggi si parla di 80 metri quadrati per due camere da letto e di 130 per tre. Le misure del governo possono essere positive ma si deve intervenire sull’accesso al credito per le imprese».

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