Stangata sul "tesoro" immobiliare del Pd

Rimini

 

RAVENNA. Nel Novecento erano i luoghi della politica fatta dal basso, dell’aggregazione e della socialità, costruiti dai militanti, nelle ore sottratte al riposo. Oggi le case del popolo del Pd ravennate, di proprietà di 4 cooperative e due società conservano intatto il loro valore ideale, ma vivono una stagione diversa, sottoposte come sono al nuovo regime fiscale, l’Imu nel 2013 su tutta la provincia è stata una stangata. L’importo: 440 mila euro. E sullo sfondo c’è il 2017, anno in cui scomparirà di fatto il finanziamento pubblico ai partiti.

«Le nostre cooperative - spiega Bruno Casadio presidente della coop Nuova Unità, con sedi in 14 comuni su 18, affiancato da Franco Conti presidente di Sercoop, soggetto che riunisce tutte le coop - hanno scopi sociali, non certo di speculazione immobiliare. Alcuni credono che abbiamo delle esenzioni, ma noi l’Imu la paghiamo come se fossero tutte seconde case o beni di lusso. Abbiamo 59 unità immobiliari, all’interno delle quale insistono diverse attività. La coop Nuova Unità è passata in un solo anno da 82 mila a 200 mila euro circa di Imu. Ci occupiamo della manutenzione, della messa a norma delle strutture e dell’affidamento della gestione dei pubblici esercizi e delle attività commerciali. In alcune situazioni non c’è ritorno economico, ma bisogna fare attenzione al valore sociale delle sede, oggi in grado di rappresentare l’unico punto di aggregazione».

Il partito nato dalla fusione a freddo di Ds e Margherita nel 2007, deve fare i conti con la gestione di un patrimonio ingente, per ogni casa del popolo nacque infatti una cooperativa o una società, con una parte degli stabili data al partito in comodato d’uso per le attività politiche, e una porzione riservata a pubblici esercizi o attività commerciali. Una formula che ha permesso a lungo la piena autonomia e che ha attraversato il dopoguerra, la guerra fredda e le recenti trasformazioni, ma che rischia di spegnersi nel tempo veloce di un click, fra banda larga, web 2.0 e città cosiddette smart. Nel tempo, da 40, le coop sono scese a 4 e con il Pd è nata la fondazione Bella Ciao che raccoglie i beni di provenienza Ds.

«Nella politica italiana - spiega Nadia Simoni, tesoriere Pd - si è imposta negli ultimi 20 anni la figura del leader, un’immagine capace di impoverire l’idea di partito, tanto da arrivare a pensare che questo non serva più e che possa di fatto diventare un comitato elettorale. Così perde di forza l’idea del soggetto collettivo in grado di cambiare la vita delle persone a partire dagli ultimi. Da due anni al nostro interno è in atto una riflessione su come onorare e conservare il nostro patrimonio ideale e materiale. I tempi per una decisione non sono più rinviabili. Occorre capire qual è la funzione del partito e quale rappresentanza vogliamo. La nostra è una terra ricca di luoghi simbolici ma per onorarli dobbiamo trasformarli con precisi compiti sociali. Nascono nuovi quartieri nelle città ed espansioni nel forese, dobbiamo capire come stare fra la gente».

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