Arriva una nuova proroga per mettere in regola i capanni
Lo studio
«Nelle golene i capanni - spiega Maurizio Braghittoni, presidente dell’Associazione italiana pesca sportiva ricreativa - non creano problemi di deflusso delle acque e non sono pericolosi in caso di esondazioni. A questo punto non resta che semplificare la documentazione tecnica richiesta ai capannisti. Entro la fine giugno ci saranno conferenze di servizio e incontri per capire cosa la Regione ci chiederà. Quanto tutto sarà scritto e firmato vedremo come procedere. Finora non abbiamo nulla in mano. Nelle zone umide come le pialasse ci sono altri ordini di problemi, sono indietro con le pratiche, sia per la lentezza nelle procedure imposte dagli uffici sia perché alcuni non sapendo cosa accadrà non hanno chiesto la legittimazione temendo poi di dover demolire tutto. Ma va detto che chi non farà niente va verso al demolizione».
Ultimo treno
Se dallo studio idrogeologico i capanni vengono assolti, così come dalla storia, rimane l’amarezza per una situazione di stallo che dura da anni e avvelena i sonni dei ravennati concessionari o proprietari dei manufatti per la pesca che da tempo caratterizzano il paesaggio delle zone naturali.
«Questa è l’ultima proroga afferma Braghittoni - una sorta di ultimo treno. Se tutto procede i capannisti avranno i tempi tecnici per la presentazione dei progetti. Ripeto chi non fa nulla andrà verso la demolizione. Non aver accettato di procedere con un regolamento come aveva proposto la maggioranza che partiva dallo stato di fatto e interveniva solo a livello ambientale e invece aver incluso tutta la materia urbanistica ha prodotto le difficoltà di oggi con permessi urbanistici e vincoli idrogeologici da superare. Discorso diverso è quello dei capanni concessionati del Bevano, dovrebbero essere i primi ad avere il via libera».