L'ombra della Massoneria sul candidato dei Cinque Stelle

Rimini

RAVENNA. Un altro caso Vitiello potrebbe scuotere la campagna elettorale. Per alcuni il limite maggiore dell’avvocato ferrarese David Zanforlini, candidato del Movimento 5 stelle nel collegio uninominale della Camera era quello di non essere ravennate ora invece c’è chi lo addita come massone. Un’appartenenza legittima per la legge italiana ma non per i ferrei principi imposti da Di Maio e dal regolamento interno.

Il grande sonno

Da giorni la notizia - arrivata anche attraverso esposti anonimi - di un recente passato di Zanforlini dentro la loggia Giordano Bruno di Ferrara e al Grande Oriente d’Italia circola con insistenza in città. L’avvocato avrebbe avuto un ruolo preminente di maestro venerabile nella propria loggia e di giudice circoscrizionale del Grande Oriente d’Italia dell’Emilia Romagna fino alla decisione di “andare in sonno”, espressione che indica la volontà dell’affiliato di rinunciare alla proprie prerogative senza perdere la qualifica di massone e la possibilità in seguito di tornare attivo. Sulla questione risponde direttamente l’avvocato ferrarese impegnato sui temi ambientali, al fianco dei lavoratori esposti da Cvm e amianto e con una lunga esperienza in difesa dei diritti degli animali.

«Attacco contro di me»

«Dal gruppo di Ravenna so che c’è qualcuno che sta mettendo in giro questa voce che trovo una forma di attacco prepolitico, come per il caso Vitiello, candidato che non conosco. Sono laureato in diritto costituzionale e rispetto la legge. Quando ho firmato il patto per la candidatura mi è stato chiesto se ero nella massoneria e ho risposto di no». Quanto al passato e a una presunta affiliazione in altri tempi Zanforlini replica: «Esiste una regola di riservatezza. Mi sembra una caccia alle streghe, per colpire le persone con il sospetto. C’è chi lancia il sasso e tiene indietro la mano. Non si può continuare a gettare fango a prescindere. Non sono iscritto alla massoneria. Ma non mi sento danneggiato, aborro il metodo e cosa vuole che le dica: allargo le braccia».

Il Movimento e il danno

Ieri il candidato Zanforlini era diretto a Rimini per ascoltare e incontrare Di Maio. E non è impossibile che si sia parlato anche della questione Ravenna dopo che i vertici del M5s hanno individuato un altro candidato massone a Lucca. «Credo che chi dice cose simili su di me sia un matto, ma non voglio creare danno al movimento, valuterò se ritirare la mia candidatura». Chi attribuisce un recente passato da massone al candidato ferrarese sembra conoscere bene quel mondo dalle ritualità e dalle finalità sconosciute ai più, ma che tanto peso ha avuto nella storia della città con logge tuttora funzionanti ed esponenti nazionali di rilievo. Tanto che sarebbe impensabile raccontare Ravenna senza tenere conto di un soggetto così importante. Una voce quasi stizzita per una scelta di campo che ha il sapore del tradimento e che si aggiunge ad altre fonti cittadine ben informate. Un eventuale caso ravennate costringerebbe il Movimento a ritirare il simbolo e a chiedere al candidato di sottoscrivere un impegno a dimettersi in caso di elezione. Possibilità comunque difficile, visto che Zanforlini deve vedersela nel collegio con il parlamentare uscente Pd Alberto Pagani, con Samantha Gardin della Lega ed espressione della coalizione di centrodestra e Ilaria Morigi di LeU come quarta contendente in grado di conquistare una percentuale significativa di voti.

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