Rimini, truffa bonus edilizia. Le intercettazioni: "Pazzesco, il Governo vuole essere fregato"

C’è chi si vantava dei propri successi come Stefano Francioni e chi nelle 80.000 tra intercettazioni telefoniche e ambientali di questa inchiesta che sta facendo discutere tutta Italia, si “burlava” dello Stato per la facilità con cui la banda lo stava raggirando. «Io sto andando forte come un leone» scandisce entusiasta il commercialista. Che poi non riesce a trattenere la sua soddisfazione grazie ai due milioni già guadagnati: «Ho dato una serie di smacchi incredibili e tutti perché con i soldi alla mano ho fatto operazioni importanti: ho comprato un’altra casa, ho comprato e venduto crediti fiscali e quindi con i soldi dopo mi sono messo a posto». Una sensazione di grandezza che gli fa scandire «sui conti correnti ho circa 400mila euro di cui non so che farmene». Francioni in più di un’occasione ha anche voluto rimarcare «su questi crediti non ne capisce niente nessuno» per cui «faccio un po’ come mi pare».

Decisamente di altro tenore e molto più colorito nella terminologia usata, uno dei commenti trascritti fatti da Girolamo Bonfrate: «È pazzesco, lo Stato italiano vuole essere fregato (traduzione edulcorata)». Anche lui non può esimersi dal commentare la facilità con cui l’organizzazione era in grado di riempire le proprie cassaforti anche di «50 milioni...in appena 15 giorni». Ovviamente i falsi rimborsi avevano bisogno di essere avallati da false dichiarazioni di avvenuti lavori. Che però non potevano essere fatti dai soliti professionisti, ricordava un imprenditore: «vedi se troviamo un architetto...anche un ingegnere perché per fare un lavoro sistematico dobbiamo averne di più. I lavori non possono risultare tutti con la stessa firma».

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui