Rimini, truffa bonus edilizia: chi è Stefano Francioni, il commercialista finito in carcere

Rimini

La pagina Facebook del commercialista Stefano Francioni è piena di informazioni su come ottenere i vari bonus per cui ora si trova a riflettere in una cella del carcere dei Casetti. Nella richiesta di misura cautelare la Procura lo indica come «il principale referente nella zona di Rimini della commercializzazione dei crediti fittizi ricevuti dal sodalizio criminale... agevolato nella propria condotta illecita dall’attività professionale di commercialista».

La sua attività gli aveva creato già un “grosso” problema come vittima di una truffa a sua volta. Era la notte tra il 26 e 27 aprile del 2017, quando un “killer” ingaggiato da un commerciante d’auto abruzzese fece fuoco contro la porta della sua abitazione e la sua Audi parcheggiata in strada. Francioni è conosciuto anche nel mondo della pallacanestro a livello professionistico. È infatti componente del consiglio di amministrazione di Rinascita Basket.

L’intervento a gamba tesa

Intanto l’Ordine dei Commercialisti sembra non avere dubbi e in una nota scrive: «Sospenderemo il professionista coinvolto. Ci assalgono sconforto e rabbia, i commercialisti sono al fianco di famiglie ed imprese in questa drammatica pandemia ed è intollerabile ogni comportamento al di fuori dell’etica professionale». Un intervento a gamba tesa, questo, che arriva direttamente a firma di Giuseppe Savioli, presidente dell’Ordine dei Commercialisti di Rimini, che ieri mattina ha appreso di un’operazione condotta dal Comando provinciale della Guardia di Finanza di Rimini e relativa a falsi crediti di imposta.

Nessuna deroga all’etica

Savioli aggiunge che «in questi due anni di pandemia - dice Giuseppe Savioli, Presidente dell’Ordine dei Commercialisti di Rimini - i nostri iscritti sono stati al fianco di famiglie ed imprese per aiutarli ad ottenere fondi utili alla sopravvivenza economica, interpretando norme spesso improvvise e complicate». Ecco perché «ogni deroga ad un comportamento eticamente irreprensibile è intollerabile, se possibile lo è ancor di più in casi come quelli che si profilano». Il presidente dell’Ordine precisa però che «non esprimiamo nessun giudizio preventivo, anzi ci auguriamo che i professionisti coinvolti siano in grado di dimostrare la loro estraneità». Però, aggiunge, «procederemo applicando puntualmente tutto quanto previsto dalle norme e dal regolamento dell’Ordine». Al momento, quindi, spiega Savioli parlando a nome dei commercialisti riminesi, «ci assalgono uno sconforto enorme e tanta rabbia, perché sappiamo bene quanti colleghi stiano soffrendo coi loro studi professionali a causa della pandemia e quanta difficoltà ed impegno stiano profondendo per assistere famiglie ed imprese nel ginepraio di norme che quotidianamente ci coinvolgono».

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