Sclerosi multipla: oltre mille persone seguite dal centro ravennate

Ravenna

RAVENNA - Circa 2mila persone colpite dalla malattia in Romagna, la metà delle quali seguite nel Ravennate. La giornata mondiale sulla sclerosi multipla, del 30 maggio scorso, ha offerto l’occasione per tracciare il bilancio della lotta contro questa patologia cronica. Nel territorio dell’Ausl Romagna, la coinvolge circa 2.000 persone; di queste oltre mille sono seguite dall’Unità operativa dell’ospedale di Ravenna insieme ai nosocomi di Faenza e Lugo.

Maria Grazia Piscaglia, dirigente medico neurologa e responsabile del Centro sclerosi multipla di Ravenna, parla di una patologia in crescita per il territorio ravennate, anche a causa del Covid: «L’incidenza annua di casi in provincia di Ravenna oscilla tra i 30 e 35 – commenta – ma nel 2022 abbiamo già superato questo numero. Purtroppo, ci portiamo dietro gli effetti della pandemia che ha favorito ancora di più l’insorgenza di questa malattia infiammatoria autoimmune. In totale il nostro centro segue circa 1.030 pazienti, superando in maniera sensibile i 700 casi medi che gli studi di epidemiologia attribuiscono al territorio di Ravenna. Il motivo è che il nostro centro è in grado di attrarre pazienti dal resto della Romagna e anche oltre regione. La nostra attività si caratterizza per la presa in carico del paziente sempre più specializzata, con una peculiarità che è rappresentata dal fatto che all’ospedale di Ravenna abbiamo intrapreso il trapianto autologo di cellule staminali. Il trattamento, che ha reso particolarmente attrattivo il centro, è stato avviato nel 2019 e, ad oggi, abbiamo sottoposto 13 pazienti. Si tratta di un numero significativo a cui aggiungeremo le 3-4 persone attualmente in attesa».

La dottoressa Piscaglia spiega che la sclerosi multipla colpisce molto di più le donne, in un rapporto di 3 a 1 rispetto agli uomini, e soprattutto nella fascia d’età compresa tra i 20 e i 40 anni, anche se non mancano pazienti pediatrici e over 55 anni. «Voglio sottolineare – precisa la neurologa – che di sclerosi multipla non si muore, ma se non è curata può portare a disabilità. È fondamentale agire precocemente con i farmaci, non appena avviene la diagnosi, perché in questo modo si può rallentare lo sviluppo della malattia che è particolarmente subdola sin dall’inizio, perché si manifesta con sintomi che vanno e vengono e sono prodotti dall’infiammazione del sistema nervoso centrale. La malattia colpisce le funzioni collegate al sistema nervoso centrale tra cui la forza, la vista, la coordinazione, la deambulazione. Si tratta di funzioni importanti e per fortuna grazie ai progressi della medicina la qualità di vita delle persone con sclerosi multipla è nettamente migliorata».

L’esame cardine per l’individuazione della malattia è la risonanza magnetica, non c’è però una vera e propria prevenzione che possa scongiurarne l’insorgenza: «I medici possono semplicemente raccomandare le buone abitudini – spiega Piscaglia –, a partire dal ridurre il fumo fino a una corretta alimentazione. Gli studi mostrano inoltre che c’è una ricorrente carenza di vitamina D nelle persone che si ammalano e l’obesità è un altro fattore da tenere d’occhio. Per tali motivi è utile seguire una dieta che garantisca un corretto equilibrio nel nostro intestino. A tal proposito, l’Associazione italiana sclerosi multipla (Aism) ha organizzato un incontro pubblico sul tema che si terrà, nella mattinata del 4 giugno, nella sala parrocchiale San Paolo Apostolo».

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