Ravenna, pioggia toccasana per i campi. Siccità più lontana

RAVENNA - Lo scorso 28 febbraio si è chiuso un inverno mite e piovoso. Dopo un biennio in cui la siccità è stata un’autentica spada di Damocle sull’agricoltura, i mesi invernali ci hanno restituito in parte le piogge mancanti: «Finalmente ci sono dati incoraggianti per la Romagna – commenta il meteorologo Pierluigi Randi che riassume con la consueta puntualità e precisione l’andamento di dicembre, gennaio e febbraio -. L’inverno appena concluso ha fatto segnare un + 35% in termini di precipitazioni rispetto alle medie del periodo, le zone più fortunate sono state il Riminese, il Forlivese e il Cesenate (+45%). Mentre l’aumento delle precipitazioni si è fermato al +20% in provincia di Ravenna. A fronte di dati quantitativi positivi, dobbiamo registrare una distribuzione delle piogge anomala. Per un intero mese, dal 25 gennaio al 25 febbraio, non è caduta una goccia. Riassumendo, a gennaio abbiamo avuto tra i 50-60 millimetri di pioggia, a gennaio tra i 60-70 millimetri e a febbraio sui 30 millimetri».
L’acqua piovuta dal cielo rappresenta un aiuto dopo quanto vissuto dalla Romagna nell’ultimo biennio, ci si chiede se sarà sufficiente per uscire dalla condizione di difficoltà pregressa: «Il 2021 e il 2022 sono stati anni difficili – spiega Randi- in cui la siccità ha messo in crisi più di un’attività. Non possiamo dire di esserne fuori; dopo lunghi periodi di carenza d’acqua basta poco per tornare in sofferenza. Per questo motivo è indispensabile che la primavera sia piovosa. In caso contrario, l’estate potrebbe essere ancora una volta problematica».
Con le abbondanti nevicate in Appennino e la diga di Ridracoli in tracimazione, il territorio romagnolo può guardare con fiducia alle prossime settimane, ma a Nord di Ravenna la situazione non è favorevole. «In Lombardia, Piemonte e Val d’Aosta è piovuto pochissimo e la neve è molto inferiore ai valori nella norma. Per il secondo anno consecutivo le Alpi fanno fronte a scarse precipitazioni nevose e questo vuol dire avere un serbatoio d’acqua inferiore per la primavera quando c’è il disgelo. Abbiamo una situazione del tutto simile a quella dell’anno scorso e se i prossimi mesi saranno avari d’acqua, potremmo tornare in difficoltà. A preoccupare è soprattutto il Po, sia il grande fiume che i suoi affluenti hanno poca acqua e questo potrebbe incidere sulla capacità del Canale Emiliano Romagnolo di portare l’acqua necessaria per l’irrigazione dei campi. Le piogge degli ultimi giorni e quelle in arrivo per la prossima settimana sono di grandissima utilità per le attività agricole primaverili e la speranza è che le piogge proseguano con una buona diffusione».