Ravenna, morta dopo malore in centro. Il sociologo: “Città solidale ma con logiche da centro urbano esteso”

Ravenna

RAVENNA - La morte della signora Laura Angelini, un’anziana ex professoressa che nella centralissima via Mazzini, una mattina di qualche giorno fa, alle 11, si è sentita male colta da infarto, accasciandosi su una panchina, senza che nessuno le prestasse aiuto per mezz’ora, fino all’arrivo del figlio, interroga sulla fragilità delle relazioni umane. Ed è uno dei figli della signora, Alberto Bernardi, in una lettera aperta ad aprire una riflessione e «un grido di allarme a una società che ha perso ogni valore, anche i più umani, che si chiude nell’indifferenza come arma di difesa (difesa da cosa poi non si sa)». Un tema aperto sul quale abbiamo chiesto un commento ad Andrea Bassi, sociologo dell’università di Bologna, dove insegna Sociologia del Terzo Settore e Società civile e globalizzazione.

Il figlio della signora Angelini lamenta l’indifferenza della città che non ha saputo aiutare un’anziana in difficoltà e la perdita di valori tra i cittadini. Si tratta di una percezione condivisibile?

«Ovviamente non posso entrare nel merito della vicenda in quanto non ne conosco i dettagli. Così come è molto difficile generalizzare a partire da un caso specifico. Quello che posso dire è che Ravenna non è più un piccolo centro di provincia, ma una città di 150 mila abitanti, che per il nostro paese rappresenta un’area urbana di dimensioni medio-grandi. Per cui in essa si manifestano tutti i caratteri della convivenza in contesti urbanizzati, tra i quali vi è certamente l’indifferenza per “l’altro da sé” che si incontra per le strade. Da qui ad affermare che Ravenna sta attraversando una “perdita di valori” il passo è lungo.

C’è un deterioramento delle relazioni tale tra individui per cui non si riconosce più l’affanno e il bisogno dell’altro?

«Indubbiamente la società odierna è caratterizzata da relazioni sociali più labili e in misura rilevante mediate da supporti tecnologici. Gran parte della socialità avviene oggi attraverso i social media, le app, il che crea uno iato tra mente e corpo, tra emozioni, sentimenti e corporeità. Per cui è possibile che questo non consenta più di distinguere tra ciò che è reale e ciò che è virtuale tra ciò che accade qui ed ora, nel mio presente fisico, e ciò che accade qui ed ora in un eterno presente digitale (verosimile).

Si può affermare che Ravenna rimane nonostante la drammatica vicenda una città solidale?

«Tutti gli indicatori sulla presenza dei soggetti della società civile organizzata, il cosiddetto terzo settore, che include le associazioni di promozione sociale, le organizzazioni di volontariato, le cooperative sociali, le fondazioni, vedono il nostro territorio ai primi posti in Italia. Anche per quanto riguarda la terza età si registra una forte presenza e una elevata vitalità del mondo associativo: università per adulti, centri sociali, orti urbani. Nonostante i disastri prodotti dalla globalizzazione penso di poter affermare che la nostra comunità territoriale presenta ancora degli anticorpi di civismo e solidarietà e che fanno ben sperare per il futuro».

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