Ravenna, Mais diventa papà. L’asinello simbolo dell’alluvione avrà due cuccioli

Ravenna

I segni lasciati dall’alluvione di maggio 2023 e dal fortunale di luglio sono ancora presenti soprattutto nella memoria di Rossella e Jessica, anime della fattoria Chiocce Romagnole vicino a Russi, un’oasi per piccoli animali, allevati senza scopi di lucro, meta per chi ama il contatto con la natura. Da questo angolo di campagna ravennate arrivò una delle piccole e grandi storie di resistenza alla furia degli elementi e a quella alluvione che ha segnato la Romagna con lutti e devastazione. Fra gli eroi di quei giorni, capace di guadagnare le cronache nazionali anche Mais, il giovane asino, beniamino della fattoria, tenace e coraggioso, che ha percorso chilometri in compagnia delle “fidanzate” Nerina e Giuditta, con l’acqua sopra alla pancia, infreddolito e stanco, seguendo i soccorritori nella corrente forte, che tutto trascinava via. Di quelle ore concitate di pioggia e vento, isolate dal mondo, Rossella non ha dimenticato nulla, anche se la vita ha ricominciato a scorrere.

Il lieto evento

Ed è Mais a regalare un segno tangibile: Nerina e Giuditta partoriranno in primavera dopo una gestazione di circa 12 mesi. «Mais sta bene, diventerà presto babbo, era arrivato da noi in aprile. Era destinato al macello, lo abbiamo salvato una prima volta e con l’alluvione è diventato il nostro eroe, non si è mai arreso». Nei mesi altre nascite e nuovi arrivi hanno ripopolato la fattoria che aveva perso galline di razze ornamentali, colombi e caprette. «Restano ancora lavori di ripristino nel pollaio, ma ancora ad oggi non si trovano artigiani, sono tutti impegnati nella ricostruzione. Lanciamo un appello a chi può darci una mano, perché vorremmo reinserire animali che tanto piacciono ai bambini quando organizziamo i nostri eventi». Compleanni, feste all’aria aperta, visite guidate, la primavera e l’estate della fattoria si colora di gente. «Nonostante tutto, l’anno scorso a fine giugno abbiamo ripreso le nostre attività per dare un segnale. Non finiremo mai di ringraziare tutti i volontari che ci hanno aiutato nei giorni più duri e quelli con i quali siano ancora in contatto. La nostra è una passione, entrambe facciamo altro lavoro e non abbiamo un fine economico».

Il ricordo

Come tutti gli alluvionati, in attesa degli aiuti promessi, anche le Chiocce Romagnole si sono rimboccate le maniche, cercando a livello mentale di lasciare andare le ansie e le paure. «Quando abbiamo riportato qui tutti i nostri animali – ricorda Rossella – per 20 giorni sono stati sotto continua assistenza veterinaria. Il freddo, lo stress e lo schifo presente nell’acqua, dove sono rimasti immersi, avevano provocato febbre e altri problemi». Il tratto del fiume Montone è stato pulito e il ponte di Prada sul canale Cupa, responsabile dell’allagamento della fattoria è stato riaperto, e ad aprile torneranno gli appuntamenti, ma nessuno dimentica. «A livello mentale se sento un animale fare rumore o quando piove la paura c’è. L’acqua si è asciugata, ma le urla dei nostri animali quella notte non le porta via nessuno. Continuo a sognarle».

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