Ravenna, la fotografa Dragoni: “Salviamo le torri Hamon”

Ravenna

«Le torri Hamon vanno salvate» la fotografa Alessandra Dragoni si schiera dalla parte dei due simboli di un’epoca industriale che non c’è più. «Sono una testimonianza della storia della città – dice Dragoni -, di un periodo irripetibile che ha coinciso con una grande vitalità del territorio. Le torri sono state e sono ancora fonte di ispirazione per gli artisti, non più tardi di alcuni anni fa sono giunti a Ravenna degli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Lipsia, grazie a un progetto di Veronica Lanconelli di Osservatorio fotografico, che hanno sviluppato un reportage fotografico su tutte le zone di “Deserto Rosso” che può essere considerato il film simbolo dello sviluppo industriale di Ravenna».

Il libro

In occasione del 50esimo anno dall’uscita del film di Michelangelo Antonioni - era il 1964 quando arrivò nella sale italiane - Alessandra Dragoni ha firmato il libro “Troppo sole per Antonioni” (Danilo Montanari Editore) in cui la fotografa conduce una ricerca di archivio sui luoghi in cui venne girato il film.

«Ho tentato di ricostruire quel passato attraverso l’archivio della Biblioteca Classense di Ravenna e la collaborazione dei cittadini, che hanno messo a disposizione i loro album di famiglia – spiega Dragoni nella presentazione del libro -. Ho “scambiato” i protagonisti del film con ritratti di gente comune e ho riprodotto pagine dei quotidiani di quei giorni, concentrandomi sia sulla cronaca locale (piccoli flash relativi al film) che su quella internazionale (morte di Braque), ragionando su come l’arte influenzi la nostra vita quotidiana, e viceversa».

Dragoni spiega che il libro è stato realizzato per un’iniziativa dell’associazione Linea di Confine per la fotografia contemporanea, avente sede a Rubiera, che si è chiesta quale fosse il lascito di Antonioni nella fotografia: «Da questo punto di vista Antognoni è stato un vero pioniere – dice Dragoni -. Ha dato una nuova definizione di estetica dell’industria, fornendo una lettura estremamente sofisticata. Ha inserito gli elementi industriali nel paesaggio. È stata un’intuizione che ha avuto una notevole influenza sulla fotografia. Antonioni è stato un precursore».

Dragoni conclude dicendo che le torri Hamon sono un monumento prezioso sia per il cinema che per la fotografia: «Sono assolutamente contraria alla scelta di abbatterle. Naturalmente non mi posso esprimere sulle condizioni di stabilità e sicurezza delle due torri, ma credo che si debba prendere in esame anche l’ipotesi di effettuare un restauro e metterle in sicurezza»

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