Ravenna, l’esperto sulla villa di Gardini in vendita: “A quel prezzo mercato complicato”

RAVENNA - Non è solo una villa di straordinaria bellezza e valore. La Monaldina è per Ravenna e i suoi abitanti un frammento di memoria collettiva, un tassello di quel mosaico fatto di imprenditoria, visione e ambizione che ha segnato gli anni d’oro della città. La notizia della sua messa in vendita da parte degli eredi di Gardini, per 9,5 milioni di euro, ha riaperto il sipario su una storia che non riguarda solo il mercato immobiliare, ma anche una parte profonda dell’identità ravennate. Una cifra enorme, che in pochissimi si possono permettere, e quindi con reali prospettive di mercato molto complicate, come spiega Ivano Venturini, figura di riferimento nel panorama immobiliare locale e regionale. Presidente della Fimaa della provincia di Ravenna, e oggi anche presidente regionale e consigliere nazionale della Federazione, Venturini ha tra l’altro un legame personale con la Monaldina: fu infatti suo padre, Angelo (per tutti Giorgio), assieme ad altri due soci (Ancarani e Montanari), a vendere a Raul Gardini la villa e i terreni adiacenti, negli anni Ottanta. Un passaggio che avrebbe dato il via alla trasformazione di quell’area, fino alla costruzione del Pala De André, poi donato alla città dall’imprenditore.
«All’epoca – racconta Venturini – mio padre fu anche l’intermediario dell’operazione. I terreni si estendevano dal parco della Monaldina fino all’ingresso della città, e fu un’operazione significativa per Ravenna. Un’epoca in cui c’era uno slancio progettuale straordinario, in cui la figura di Gardini era centrale, tanto a livello economico quanto simbolico».
Ma oggi, con la villa sul mercato a una cifra che pochi possono permettersi, la domanda sorge spontanea: chi potrebbe davvero comprarla? Venturini non si nasconde dietro facili entusiasmi. «Non è vero che bisogna per forza cercare acquirenti fuori da Ravenna. Qualcuno in città potrebbe anche permettersela. Ma la verità è che a quel prezzo, 9,5 milioni, venderla è quasi impossibile. In Italia ci sono ville straordinarie, in contesti unici come Portofino, la Versilia o la Sardegna, che vengono via a cifre simili o inferiori. E Ravenna, per quanto bella, non è Roma né Firenze. Per vendere la Monaldina a quella cifra bisogna trovare qualcuno che sia davvero appassionato alla storia dei Ferruzzi e di Gardini. Qualcuno che voglia acquistare un simbolo, non solo una proprietà». Sul valore effettivo dell’immobile, Venturini è chiaro: «A mio avviso, il valore reale si aggira attorno ai 3,5 milioni di euro. È vero, c’è un parco molto ampio e la villa è stata tenuta con cura. Ha un valore storico, certo, ma presenta anche dei costi di manutenzione molto elevati. E da anni non è abitata da nessuno».
Non mancano, intorno alla Monaldina, speculazioni sul possibile cambio di destinazione d’uso, magari in chiave turistica o ricettiva. Ma anche qui Venturini frena. «Un albergo in quella zona lo vedo molto difficile. I vincoli urbanistici sono stringenti e le esperienze precedenti non fanno ben sperare. Pensiamo al blocco ex Enel in centro, tra via Paolo Costa e via Serafino Ferruzzi, acquistato per 11 milioni e oggi valutato meno di 7: lì un albergo non si è mai fatto, e nemmeno più avanti su via Destra Canale Molinetto, nell’area nei pressi del Burger King, dove un altro progetto è naufragato. Perché mai dovrebbe funzionare proprio alla Monaldina, con costi ancora maggiori?».