Ravenna, cresce il timore per i pini: pioggia di richieste per prove di trazione

La tempesta che ha sferzato Milano Marittima il 24 agosto scorso non ha esaurito i suoi effetti. All’Ordine provinciale degli agronomi giungono continue richieste da parte di privati cittadini alla ricerca di professionisti per la valutazione della stabilità degli alberi. Le immagini dei crolli di grossi pini su giardini, case e auto hanno destato forte apprensione.
«Per l’abbattimento di un albero è necessaria una valutazione tecnica oggettiva, in particolare è decisiva la prova di trazione - commenta Giovanni Gualtieri, presidente dell’Ordine degli agronomi della provincia di Ravenna -. In questi giorni riceviamo numerose telefonate di persone che intendono effettuare i test indispensabili per valutare le piante e procedere con l’eventuale abbattimento. Purtroppo, infatti, i segnali di un’eventuale instabilità della pianta possono essere tanti come nessuno. Solo gli strumenti forniscono una risposta definitiva».
Gualtieri si sofferma sui possibili segnali evidenti: «Una forte inclinazione del tronco deve generare sospetti, oppure è utile valutare se nelle vicinanze della pianta ci siano tombini per i quali possono essere stati svolti dei lavori. Può essere rivelatore anche lo stato delle radici superficiali».
Non si deve guardare alla stabilità della pianta solo in rapporto a possibili venti di burrasca: «Un’altra insidia - spiega Gualtieri - è rappresentata dal tema fitosanitario, ovvero lo stato di salute dell’albero. Sempre più spesso le piante sono sottoposte ad attacchi di insetti. Ce ne sono che scavano gallerie all’interno dei tronchi, impiegano anche anni, ma alla fine svuotano l’albero senza manifestare alcun segnale. Negli ultimi anni la situazione è anche peggiorata per la presenza di insetti alieni, che fino a pochi anni fa non erano presenti sul nostro territorio e sono arrivati fin qui a causa della forte espansione dei traffici internazionali».
Chiediamo a Gualtieri che equilibrio si può trovare tra eventi naturali sempre più intensi e la presenza preziosa di alberi che garantiscono ombra e temperature più fresche nei centri abitati: «Il primo dovere che abbiamo è la cura delle piante esistenti. Dobbiamo fare in modo che crescano sane e in aree adeguate al loro sviluppo, gli abbattimenti devono essere adottati solo in casi estremi. Per quanto riguarda l’equilibrio all’interno dei centri urbani, in estati sempre più bollenti, è importante garantire la presenza di alberi dove le persone vivono la città. Le aree di compensazione ecologica, dove si piantano alberi per compensare edificazioni, devono sorgere nelle vicinanze del sito in cui si è costruito. Non ha senso prevedere la compensazione in zone esterne alla città dove non va nessuno. In questi casi non c’è alcun vantaggio per la popolazione e la salute pubblica».