Ravenna, boccette con acqua santa per la benedizione "fai da te"

Ravenna

RAVENNA - La bottiglietta con acqua santa per la benedizione della casa “fai da te” piace a tal punto ai fedeli e ai turisti che frequentano la basilica di San Francesco che in pochi giorni ne sono andate “bruciate” 400, fino a esaurimento. Un’idea, quella di padre Ivo Laurentini dei francescani conventuali, nata nel 2022 a seguito delle restrizioni dettate dalla pandemia. «Non potendo portare la benedizione a domicilio, l’anno passato abbiamo pensato di realizzarne 100. Un piccolo numero per la nostra comunità, in modo tale che ciascuno potesse ritirarla e in famiglia usare l’acqua per la preghiera e la benedizione della casa». Complice la ripresa massiccia del turismo, le cose quest’anno sono andate diversamente. «Abbiamo subito chiesto altre bottigliette come le prime da 50 millilitri fatte ad hoc, dalla forma rappresentante Cristo perché finivano immediatamente, poi a 400 esemplari ci siamo fermati.

L’80% è andato a turisti più che a parrocchiani. È un bel segno se il giorno di Pasqua si dice una preghiera insieme con l’acqua benedetta; ogni bottiglietta aveva un cartoncino con una preghiera e la benedizione con l’immagine del Cristo e della Madonna. Non so se altre chiese in città utilizzano questa modalità non potendo portare la benedizione di casa in casa». Ma padre Ivo spiega il senso dell’iniziativa e ammonisce l’uso improprio dell’acqua benedetta in bottiglia. «Non ne abbiamo distribuite più perché non deve essere vissuto come un amuleto da conservare in casa senza fede. Va usata per la Pasqua». La pratica delle benedizioni delle case da parte dei sacerdoti non resiste ovunque come un tempo, visto anche il numero esiguo dei religiosi, e potrebbe prendere piede la benedizione a invito o a chiamata.

Intanto i vescovi stanno dando il via libera alla ricomparsa dell’acqua benedetta nelle acquasantiere delle chiese. Per la basilica di San Francesco, non più parrocchia come Sant’Agata dopo l’accorpamento con il Duomo, rimane la possibilità grazie alla presenza dei frati di svolgere le funzioni religiose; e in più di celebrare battesimi e matrimoni ma con il permesso del parroco della cattedrale don Arienzo Colombo. In futuro l’ordine francescano valuterà chiusure di conventi e accorpamenti in tutta Italia; la speranza è che la chiesa dove si svolsero i funerali di Dante Alighieri rimanga nelle mani dei frati che da secoli ne garantiscono il culto e la memoria.


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