Ravenna, aumentati del 28% i casi di intossicazione da monossido

RAVENNA - Non accenna ad arrestarsi l’ondata di pazienti che hanno necessità di cure, per intossicazioni da monossido di carbonio, al Centro Iperbarico di Ravenna. Piergiorgio Marotti, dirigente della struttura, spiega che dallo scorso novembre sono state 77 le persone che sono state sottoposte a trattamento in seguito ad intossicazione. «Quest’anno – dice – fronteggiamo numeri che non avevamo mai registrato in passato. Praticamente ogni giorno veniamo allertati per persone che devono ricevere dei trattamenti. Noi siamo operativi a qualsiasi ora e non è raro che la nostra équipe debba intervenire anche di notte. Recentemente abbiamo accolto un’intera famiglia che ha rischiato grosso. Ancora una volta all’origine dell’intossicazione c’è un malfunzionamento di impianti che sono utilizzati per scaldarsi in questi giorni di freddo intenso. Bracieri, stufe e caldaie difettose sono i principali imputati. Mai avevamo ricevuto tante richieste di intervento: nello stesso periodo dell’anno precedente, dall’1 novembre 2021 al 12 febbraio 2022, avevamo preso in cura 60 pazienti».
I casi da trattare sono aumentati del 28%: «Il Centro Iperbarico di Ravenna è un punto di riferimento per questo genere di interventi – continua Marotti –. Le persone intossicate non giungono solo dalla Romagna, ma anche dall’Emilia e dalle Marche. La struttura non è sotto pressione ma ci siamo attrezzati per rispondere tempestivamente alle emergenze. Siamo sempre reperibili. Ci sono casi che richiedono interventi urgenti e siamo attrezzati anche per questi. Prima di arrivare da noi, le persone passano dal pronto soccorso dove viene fatta una prima valutazione. In generale il problema si risolve con due sedute, ma ogni percorso è personalizzato e in alcuni casi i trattamenti sono anche prolungati. La terapia prevede l’utilizzo di ossigeno puro al 100%, che viene inalato a 2,8 atmosfere e ha un ruolo preziosissimo per ripulire il sangue e liberarlo dal monossido».
Il monossido di carbonio è un nemico subdolo e insidioso: «In questi mesi abbiamo visto casi molto diversi tra loro – conclude Marotti –. Ci sono episodi in cui il fenomeno dell’intossicazione avviene molto velocemente e porta a rapide conseguenze sulla salute delle persone. In altri casi, ci sono pazienti che arrivano dopo un lungo periodo di esposizione al monossido di carbonio. Succede quando la concentrazione è bassa ma l’esposizione è continua e prolungata. In simili circostanze è come se il corpo fosse avvelenato piano piano. I sintomi possono essere stanchezza, mal di testa, vertigini, debolezza. Inizialmente una persona può associarli ad altri fattori e non si rende conto che c’è qualcosa che non va nell’aria che respira. Per cui il consiglio è di prestare sempre massima attenzione alle nostre fonti di riscaldamento».