Pericolo di reiterazione e di inquinamento prove. Ecco perché Gnoli è stato arrestato dopo l’incidente mortale in ruspa a Pinarella

Lerry Gnoli da sabato è in carcere. Il 54enne di Montaletto di Cervia che la mattina di sabato 24 maggio ha travolto con la sua ruspa in spiaggia a Pinarella la turista vicentina 66enne Elisa Spadavechia, uccidendola sul colpo, è stato arrestato. Pericolo di reiterazione e di inquinamento probatorio. Queste le ragioni che secondo l’ordinanza emessa dal giudice per le indagini preliminari Janos Barlotti avvalorano la richiesta presentata dal sostituto procuratore Lucrezia Ciriello, titolare del fascicolo.

C’è un’ulteriore aspetto rilevante che trapela dalle indagini condotte dai carabinieri della Compagnia di Cervia-Milano Marittima e dalla Guardia Costiera di Cervia. All’accusa di omicidio colposo, si somma anche la violazione in materia di sicurezza sul lavoro.

A Gnoli viene contestato di avere provocato l’incidente sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. Secondo quanto già emerso, il 54enne è risultato positivo alla cocaina. Dalle analisi del sangue sono stati accertati valori sui quali sono in corso ulteriori valutazioni tossicologiche, finalizzate a collocare temporalmente l’assunzione dello stupefacente rispetto al momento della tragedia, avvenuta intorno alle 10.30.

Per il giudice è rilevante la recidiva che pesa sul passato del lavoratore. Vale a dire la condanna per omicidio stradale, legata all’incidente datato 2 marzo 2022, quando guidando anche in quell’occasione positivo alla cocaina investì in auto l’83enne di Pisignano Giuseppe Quercioli. Una sentenza definitiva che ora gli preclude la possibilità di poter beneficiare della sospensione condizionale della pena.

Proprio alla luce della stessa condanna Gnoli aveva la patente revocata, pur essendo in possesso delle abilitazioni che a suo dire gli consentivano di manovrare macchine di movimento terra.

Ma qui si apre un ulteriore tema, relativo alle condizioni della ruspa di sua proprietà, oggetto di una specifica consulenza affidata dalla Procura. Il mezzo cingolato - così sarebbe emerso quantomeno in via preliminare - presentava numerose carenze dal punto di vista della sicurezza (i dettagli nell’articolo della pagina accanto).

Il gip dà peso anche alle dichiarazioni rilasciate dall’indagato nel corso del lungo interrogatorio avvenuto in procura pochi giorni dopo i fatti. In quell’occasione - difeso dall’avvocato Vittorio Manes - aveva riferito di avere proceduto in retromarcia mentre stava effettuando i lavori di abbattimento delle dune. Un incarico, questo, che secondo la Cooperativa Bagnini di Cervia si era concluso il 9 maggio, ma che stando a quanto dichiarato dal 54enne gli consentiva fino a fine mese di intervenire senza necessità di ulteriori autorizzazioni.

La commissione dei lavori è attualmente al centro delle indagini in corso. Ma da quanto emerge, Gnoli avrebbe dovuto operare nel tratto di arenile antistante le colonie di Pinarella di Cervia, vale a dire in un tratto di spiaggia più a sud rispetto agli stabilimenti balneari, di competenza della Cooperativa Bagnini. In entrambe le zone l’appalto risulta fosse stato affidato alla Consar, che a sua volta aveva incaricato la ditta individuale consorziata del figlio di Gnoli, per la quale l’indagato lavorava come collaboratore familiare.

Resta da capire come mai allora il 54enne si fosse spostato nell’area più a nord, verso i Bagni, lontana oltre 500 metri dalla duna; una distanza, stando alla ricostruzione della dinamica effettuata al momento, percorsa in retromarcia a velocità sostenuta, fino ad arrivare nei pressi del Bagno Franco. Qui, fuori dal tratto arenile sul quale doveva contrattualmente operare, e senza mettere in sicurezza l’area di cantiere, avrebbe effettuato un’improvvisa manovra di inversione del mezzo verso il mare, proprio in direzione della povera turista. Elisa, che si trovava in piedi a un passo dall’acqua, potrebbe non essersi accorta della minaccia incombente poiché assuefatta al rumore del cingolato, che travolgendola non le ha lasciato scampo.

Per Gnoli ora si attende l’interrogatorio di garanzia, già fissato per mercoledì.

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