Per Barattoni la giunta di Ravenna è un tetris. Gioco di incastri tra partiti e genere

Ravenna

Settimana di incontri per il sindaco Alessandro Barattoni, impegnato nella composizione della sua giunta prima dell’insediamento ufficiale del consiglio comunale. Tanti gli equilibri da rispettare, le sensibilità da non urtare, al netto della piena libertà del primo cittadino di nominare come assessori figure estranee alle logiche partitiche, magari fresche per età o di chiara fama o di provata esperienza.

Il metodo

Le cinque forze che hanno sostenuto la coalizione di centrosinistra hanno eletto ciascuno un consigliere, mentre al Pd ne sono andati 16. La giunta invece è composta da 9 assessori più il sindaco e i pesi in campo vedono un Pd al 40%, quattro alleati attestati al 4% e uno sotto il 3. Solitamente, ma non è una regola, ciascuna forza con almeno un consigliere può avere un assessore, se così fosse i dem ne esprimerebbero 5 compreso il sindaco, ma la consistenza elettorale delle forze in campo suggerirebbe altre scelte. Anche pescare a piene mani tra gli eletti non è una regola, ma più una consuetudine. Poi c’è la questione di genere e la necessità di una presenza femminile con pari dignità.

Il borsino

Da almeno una settimana si rincorrono voci sui nomi e tali rimangono, vista l’assoluta riservatezza di Barattoni sull’argomento. Di fatto tutto sembra girare attorno a un perno che è Fabio Sbaraglia, ex sindaco facente funzione, mister preferenze, l’unica pedina certa, magari rafforzato nelle deleghe. Per il vicesindaco, a differenza del passato il Pri non rivendica il ruolo, ma ci spera per non sbilanciare troppo a sinistra la squadra. Il capolista Mingozzi sarebbe costretto a rinunciare alla presidenza di Tcr, scenario davvero remoto, mentre potrebbe ritornare in scena Eugenio Fusignani, ex vice di De Pascale che dopo l’addio dell’attuale presidente della Regione ha rinunciato alla carica per lasciare la reggenza a Sbaraglia. Rimane l’opzione donna, ma nessuno degli alleati ha espresso una consigliera, tranne Progetto Ravenna con Barbara Monti. Le tantssime preferenze ottenute nella lista del Pd da Massimo Cameliani lo potrebbero far rientrare in giunta dopo aver fatto a lungo l’assessore e il presidente del consiglio. Sempre nel Pd c’è Federica Moschini con un solo mandato e poi Livia Molducci. Tra i nomi nuovi ci sono Petia Di Lorenzo, Greta Cavallaro, Luca Cortesi, Francesca Impellizzeri, ma le certezze sono poche. Perde vigore il nome di Lara Bissi per l’urbanistica e Federica Del Conte dopo due mandati, oscilla tra la presidenza del consiglio e il ruolo di capo di gabinetto. Restano le caselle degli alleati: i consiglieri confermati Daniele Perini di Ama Ravenna, Giancarlo Schiano di M5S che ha fatto il pieno di preferenze sull’assessore Igor Gallonetto; e ancora Nicola Staloni di Avs e Barbara Monti di Progetto Ravenna. L’attesa quindi continua.

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