Panizza: "Fondali insabbiati: un disastro annunciato che si poteva evitare"

Ravenna

RAVENNA. Chiede le dimissioni del presidente dell’Autorità portuale Daniele Rossi, oppure che questi dica di chi sono le responsabilità dei mancati lavori di dragaggio dei fondali del terminal crociere di Porto Corsini. Il consigliere comunale del gruppo misto Emanuele Panizza interviene dopo il mancato approdo di 18.700 mila turisti definendo quanto accaduto «inaccettabile», mentre non si placano i malumori nel mondo portuale.

Sabbie mobili

«Il problema non riguarda solo il terminal passeggeri e il bacino di evoluzione – assicura Panizza – ma ci sono diverse banchine declassate e situazioni al limite della sicurezza. Sentirsi dire che tutte le volte che devono essere eseguiti dei rilievi batimetrici o dei lavori di escavo o livellamento è necessario fare un bando è ridicolo. C’è un piano di protezione civile e non c’è un piano manutenzioni ordinarie del porto? Vogliamo portare i pescaggi a -12,50 e non riusciamo a mantenere gli attuali? Siamo di fronte a un disastro annunciato».

Panizza punta il dito sulla mancanza di programmazione di Ap e lancia l’allarme anche sulla navigazione interna del canale e quindi sui possibili danni ai flussi commerciali. «Quello che stanno facendo, cioè livellare l’area di evoluzione, andava fatto in marzo per salvare la stagione delle crociere e non c’è giustificazione per non aver eseguito i rilievi batimetrici. Si è solo sperato che non si insabbiasse il canale, siamo di fronte a un disastro annunciato. Tutto si poteva evitare con l’ordinaria manutenzione e con il livellamento del dosso. Che non ha nulla a che fare con i lavori previsti dal progetto hub portuale ancora nelle maglie dell’iter autorizzativo. Ma se il prossimo anno non parte avremo gli stessi problemi. Non siamo in grado di mantenere neanche i fondali agli 8,80 metri concessi». Fino al 2016 un bando ha garantito in più interventi dragaggi costanti all’imboccatura del porto e monitoraggi continui.

La navigazione

Il consigliere accantona il tema dell’escavo e del collocamento dei fanghi a terra in casse di colmata, al momento ancora piene, e insiste sulla sicurezza della navigazione nel canale. «Dopo i problemi sorti con la nave da crociera Mein schiff sono stati fatti i rilievi batimetrici con colpevole ritardo. Con un investimento di 50mila euro si potevano evitare molti problemi, hanno preferito risparmiare tirando a campare e hanno sottovalutato la questione. Invece oggi è a rischio la sicurezza delle navi, 90 centimetri di insabbiamento non si accumulano in pochi mesi. Sappiamo che parte della banchina di Dock cereali e di San Vitale 5 e 6 sono state declassate».

Le opere

È prevista una soluzione tampone nella prima settimana di agosto, dopo un bando per un dragaggio di emergenza da 150mila euro per muovere 25mila metri cubi di sabbia, quando il progetto hub portuale ne prevede 250mila da collocare nelle casse di colmata, una volta che gli attuali sedimenti depositati verranno trasferiti nelle aree Logistica 1 e 2 in zona Porto Fuori e S3 alle Bassette. I sedimenti sono classificati di categoria B e non più A con l’obbligo del collocamento a terra, una questione che riuscì a insabbiare qualche anno fa il Progettone dell’allora presidente Di Marco.

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