«I social ci hanno reso aggressivi. Siamo sempre in campagna elettorale»

Ravenna

RAVENNA. Non dimenticheranno la giornata di ieri i quasi 500mila studenti, chiamati ad affrontare la prima prova dell’esame di maturità ma neanche Andrea Baravelli. Il professore e storico dell’età contemporanea, ravennate, nato nel 1969, docente dell’università di Ferrara, è apparso nelle citazioni che componevano la traccia del saggio breve in ambito storico-politico, proposta dal ministero dell’Istruzione. Gli studenti si sono confrontati con il tema Masse e propaganda, una riflessione sui regimi totalitari ma anche sulla società contemporanea, spiegata anche grazie a un brano di Andrea Baravelli tratto da ‘Nemico e propaganda, apparso su Storicamente, rivista online dell’università di Bologna, nel 2005.

Cosa ha provato e di cosa parla il saggio citato?

«Sono molto sorpreso, è una grande soddisfazione. Dal punto di vista antropologico abbiamo sempre visto la ricerca del nemico, il noi contro il loro, necessario alla costruzione di gruppi umani, nel Novecento negli anni Venti e Quaranta è servito per la costruzione del consenso interno. Il linguaggio specifico dell’era digitale favorisce proprio le schematizzazione che hanno fatto un tempo la fortuna dei regimi. Ogni strumento di comunicazione di massa ha una sua razionalità interna, entra in contatto con le persone e ne modifica la percezione, i social producono un modo di vedere la realtà rispetto 30 anni fa molto aggressiva e autoreferenziale. Questa aggressività favorisce il ritorno della categoria del nemico rafforzato da bolle autoreferenziali, da autoesaltazioni continue. Siamo in un paese dove non si legge e non si compra un giornale. Ci si informa solo con la Tv e ora con i social».

Sono tante le aderenze con l’attualità, prima la campagna elettorale e poi la formazione del nuovo governo

«Da studioso me lo aspettavo, l’Italia rispetto all’Europa e gli Stati Uniti arriva in ritardo. Se si guardano gli Usa il discorso politico nel corso delle ultime presidenziali è stato estremamente brutale. La convinzione che si vincono le elezioni prendendo voti al centro è un’idea straordinariamente vecchia. Siamo in una campagna elettorale permanente come ha insegnato Berlusconi e le elezioni sono fatte per portare solo la propria parte alle urne. Si vince quindi con un messaggio radicalizzato e brutalizzando».

Cosa pensa della maturità come è strutturato oggi e cosa ricorda del suo esame?

«Feci il tema di storia sulla grande guerra, mi piacque molto, era il mio pezzo forte. Oggi trovo utile la presenza di più tracce e il saggio breve permette maggiore libertà con citazioni che favoriscono analogie e creatività».

Sogna il suo esame, come molti?

«No, sogno quello di riparazione di matematica !, c’è sempre una motocicletta che mi insegue nei corridoi del Classico, chi guida al casco integrale ma io so che è la prof di matematica».

A cosa sta lavorando?

«Negli ultimi 5 - 6 anni mi sono occupato di terrorismo degli anni 70 e di istituzioni. Affronterò a breve uno studio su Italo Balbo, a Ferrara un nome importante».

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