«Lgbti+, Ravenna sempre chiusa. Ogni settimana aggressioni verbali e nessuna libreria ospita i nostri incontri»

Ravenna

Dopo la fase di costruzione dei servizi erogati dallo sportello psicologico al sostegno legale, il centro antidiscriminazione Lgbti+ amplia le sue attività con un fitto programma di iniziative e vede crescere il numero degli accessi. «Abbiamo una media di uno o due accessi a settimana – racconta il coordinatore Ciro di Maio – non vengono segnalati nuovi episodi di violenza fisica quanto di aggressioni verbali, permane un clima, un’abitudine a tenere nascoste certe situazioni, a non parlare per vergogna, anche se si tratta di persone consapevoli del diritto negato che hanno sporto regolare denuncia. Si abbassa l’età media e aumentano le persone non di origine italiana, siano migranti perseguitati nel paese di provenienza o stranieri residenti in città».

Città chiusa

Come evidenziato lo scorso anno, in città non ci sono punti di aggregazione per la comunità Lgbti+ a differenza di altre realtà in Romagna. «Penso ad attività di intrattenimento o anche sono un’apericena, dove sia bandita ogni discriminazione di genere, di nazionalità o in relazione all’orientamento sessuale, non ci sono contesti o locali con serate di questo tipo, come avviene a Rimini per esempio». Una città chiusa anche quando si tratta di cultura, lamenta Di Maio: «Da mesi non troviamo una libreria nella quale fare presentazioni di libri legati alle tematiche Lgbt+ a Ravenna. Sabato Andrea Castronovo sarà al Mama’s con il suo libro E quindi uscì a riveder le stelle, alle 17,30. Parliamo di un circolo Arci, che va bene, ma sappiamo che verranno persone già sensibili al tema. Non abbiamo alternative, nessuna libreria, parlo quindi di luoghi di cultura per eccellenza, ci ospita».

I dettagli nel Corriere Romagna in edicola

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