Landi: "Troppi tavolini in centro, Ravenna capitale della frittura"

Ravenna

Vuole una città laboratorio, sostenibile e intelligente come recita il titolo dell’ultimo documento prodotto dalla sua associazione Dis-Ordine, per la rinascita di Ravenna dopo l’emergenza Covid, ma Marcello Landi guarda anche al presente e a ciò che non gli piace. Artista, docente, ex preside non lesina critiche e avanza proposte perché, dice: «Non voglio che Ravenna da capitale della cultura diventi nel 2021 capitale della frittura».

Il riferimento è presto spiegato dopo che il Comune ha concesso ai ristoranti e ai locali del centro storico di estendere i propri tavoli nelle strade e nelle piazze per ovviare alle rigide disposizioni sulle capienze e il distanziamento. E non dimentica i progetti di riqualificazione annunciati per Porta Adriana e la Rocca Brancaleone. «Non sono contrario ai tavolini all’aperto, potevano però rispettare zona del Silenzio, la mia preoccupazione è che in Italia ciò che è provvisorio diventa definitivo. Per la Ca’ de Vèn si potevano usare i portici di via Corrado Ricci o lo spazio davanti alla biblioteca Oriani. Quanto a Porta Adriana ricordo che me ne parlò il sindaco, Giordano Angelini, anni Ottanta. Voleva ospitare lì la nostra associazione di mosaicisti. C’era allora un ciclista e un’associazione ciechi e la mosaicista Musiani. Va bene riqualificare il bene, rimane però il tema dei tempi, se ne parlava quarant’anni fa». Oltre ai tempi Landi pone anche una questione di metodo e guarda al futuro: «Per Porta Adriana, per la riqualificazione della Rocca Brancaleone e per il palazzo dello Sport non c’è stato nessun concorso, ormai fanno tutto i tecnici del Comune con la Soprintendenza. Lavorano solo loro. So che c’è un progetto per la messa in sicurezza e la sistemazione delle mura, un tempo dicevano che il dissesto era colpa di erbe infestanti e del “cappero assassino”. Ora aspetto di vedere cosa intendono fare Comune e Soprintendenza per restituire alla città l’utilizzo delle mura». E poi palazzo Rasponi dalle Teste e il vicino palazzo su via D’Azeglio adibiti ad uffici e piccoli spazi espositivi, e ancora la sede dell’Accademia di belle arti e dell’Istituto Verdi che ancora non si trova, Landi è un fiume in piena mentre guarda alle celebrazioni dantesche del 2021: «Con Nino Carnoli e Dedi Baroncelli avevamo scritto una lettera aperta con alcune proposte per il VII centenario. Pensavamo a Ravenna come centro della poesia e dell’arte coinvolgendo artisti da tutto il mondo. Così rischiamo di fare meno di quanto si realizzò nel 1921 e poi nel periodo fascista con la sistemazione della zona del Silenzio. Dante continuiamo a maltrattarlo».

Per guidare la città alla rinascita in termini culturali e turistici l’associazione Dis-Ordine con Franco Chiarini di Slow food parte da uno dei simboli della pianura padana: la bicicletta per una mobilità sostenibile. Pensa poi a un museo diffuso praticabile in bici tra arte contemporanea e patrimonio storico per apprezzare «lavori di mosaicisti, scultori, disegnatori e fotografi presentati con video d’artista proiettati sui muri di edifici, e proiezioni in 3D, video-collegamenti con eventi musicali, teatrali e performance che in contemporanea avvengono in altri luoghi d' Italia». Un’occasione per far conoscere con rilievi in 3D la gipsoteca comunale, la collezione di gessi comunale, e far tappa in locali e ristoranti con menù del buon ricordo, disegnati da artisti. «A Porta Adriana servirebbe un luogo di accoglienza e informazioni, si potrebbe fornire gli insegnanti di un piccolo libretto come quello stampato di Saturno Carnoli “Sull’Unicità dei mosaici di Ravenna”». Infine Landi guarda a una realtà aumentata con Qr code in mosaico per scoprire la storia della città e a dare spazio all’arte dei bambini ai tempi della pandemia. Con il coinvolgimento di scuole e insegnanti l’associazione si offre di raccogliere nel proprio sito lavori, disegni, foto e video realizzati dai bambini durante la quarantena: una sorta di museo del contemporaneo fatto di proiezioni sui muri della città.

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