La rabbia di Conselice: "Ci hanno lasciati soli"

RAVENNA - Domenica il presidente della Regione Bonaccini, ieri quello della provincia di Ravenna Michele De Pascale hanno indicato Conselice come la situazione più difficile, ora in via di risoluzione per via del lento ritiro delle acque. Finora i campionamenti e i monitoraggi non hanno evidenziato inquinamento ambientale nei pressi dell’Officina dell’Ambiente; sono confortanti i primi risultati dei controlli svolti sulle acque depositate nelle vicinanze delle aree industriali colpite dagli allagamenti anche se l’attenzione resta alta e proprio in queste ore sono in corso nuovi prelievi. Ma in paese l’esasperazione è tanta tra i cittadini e gli imprenditori, alle prese con danni incalcolabili al momento.
«La gente di Conselice – ha dichiarato De Pascale – ha attraversato un inferno fatto di tre alluvioni in venti giorni, probabilmente un avvenimento mai accaduto nella storia d’Italia a una singola comunità, e da giorni combatte per riuscire a drenare attraverso i canali, verso il mare, che però dista più di 35 km». Ad oltre 10 giorni dall’alluvione acqua e fango maleodoranti ricoprono l’orizzonte delle persone che solo nel weekend sono riuscite ad avvicinare le proprie abitazioni e le aziende per iniziare il penoso lavoro di sgombero degli ambienti. Intanto come richiesto dall’Ausl Romagna si è proceduto a un intervento di disinfestazione straordinario contro le zanzare nel centro abitato, prevenzione che si somma alle vaccinazioni straordinarie contro tetano ed epatite A che, fa sapere l’assessore regionale alla sanità Raffaele Donini, «sono state finora 2.926, di cui 2.400 nel Ravennate, soprattutto a Conselice, 215 nel forlivese, 251 nel cesenate e 60 in provincia di Rimini». Ieri in provincia di Ravenna ne sono state iniettate altre 1.116 dosi. Se De Pascale nel sopralluogo a fianco della sindaca Paola Pula ha chiesto che di dare a Conselice la priorità assoluta, in paese gli imprenditori si sono mossi trovando mezzi e soluzioni per liberare il paese dalle acque. L’Unigrà, con 800 dipendenti e una produzione di 500mila tonnellate annue di oli e grassi vegetali ha noleggiato e acquistato pompe e mezzi per riparare la rottura degli argini così come altre aziende della zona come il salumificio Golfera (Golfetta), Surgital (pasta fresca surgelata), Facchini (leader in Europa delle macchine falciatrici). E tra gli imprenditori c’è chi ha parole dure nei confronti della gestione dell’emergenza, come Marco Zappi dell’azienda Elektra che produce quadri elettrici e sistemi di automazione racconta. «Solo domenica sono potuto entrare, ora ci vorranno 15 giorni per sanificare e almeno un mese per riaprire. Gli aiuti e i mezzi per togliere l’acqua non sono arrivati finché non si è risolta l’emergenza di Ravenna, siamo rimasti soli, le istituzioni non c’erano e noi paghiamo le tasse come tutti i cittadini».