Il sindaco De Pascale: "Volti nuovi per il secondo mandato"

Ravenna

RAVENNA - Mentre le forze della maggioranza, una a una tornano a rivendicare spazi e posizioni in vista delle comunali del 2021, il sindaco Michele De Pascale in corsa per il secondo mandato prepara una vera e propria campagna d’autunno: ci vogliono nuovi protagonisti e nuove idee.

In ordine sparso gli alleati stanno uscendo allo scoperto, cosa ne pensa?
«C’è un programma da completare e il mandato dura 5 anni, quindi il quarto non può essere di campagna elettorale. Abbiamo appaltato l’anno scorso 50 milioni di euro di lavori pubblici, lavoriamo al piano urbanistico, al bilancio».

Ma come intende procedere per vincere il secondo mandato?
«Dopo le comunali di Faenza e Imola, quindi in ottobre, apriremo un cantiere per il programma. Abbiamo il dovere di fare una discussione anche con chi non ci ha sostenuto».

Cioè?
«Penso all’ingresso sulla scena politica di nuovi protagonisti, le forze politiche e le liste si devono rinnovare, occorrono nuove energie e personalità. L’invito a partecipare significa dare la possibilità alle persone di incidere nelle scelte».

Che maggioranza immagina?
«Nell’azione di governo abbiamo fatto cose positive ma altre sono da rilanciare. Vogliamo il contributo di tanti, non cerchiamo voti ma teste pensanti. La nostra parte ha saputo ascoltare le opinioni e cambiare i piani quando era giusto. Non cerco una maggioranza unanimista, penso a una città plurale. Ma dobbiamo guardare al futuro».

Per far questo allora serve la lista De Pascale presidente sulla scorta dell’esperienza delle regionali?
«So che c’è tanta gente che ha voglia di spendersi per la città, ma che vive la politica ai margini. C’è spazio per nuovi protagonisti, più per qualche amico con esperienza. Se adesso apriamo all’ascolto è perché siamo convinti, non perché costretti. Dopo quello che abbiamo passato se una comunità non si unisce, mi chiedo allora quando?».

Ha fatto riferimento a temi da rilanciare, quali sono?
«Molto è stato fatto, ma c’è da recuperare per esempio in ambito ambientale: abbiamo ristrutturato il servizio ambiente prima sbilanciato. Sul tema della tutela delle zone umide e delle pinete anche in chiave turistica va fatto un salto di qualità».

Poi?
«L’emergenza Covid restituisce un quadro di professionisti di valore, ma anche nella sanità ci aspettiamo salto di qualità, investimenti sull’ospedale e sulle case della salute. Poi rimangono le infrastrutture sulle quali dobbiamo fare delle scelte con la mente sgombra non con arroganza».

Tornando alle alleanze la sinistra è divisa fra maggioranza e opposizione, c’è spazio per un’esperienza come Coraggiosa?
«La presenza di una forza di sinistra è fondamentale, spero che l’esperienza di Coraggiosa possa svilupparsi anche qui. Ho un profondo rispetto per il risultato ottenuto da Ravenna In comune. Non posso negare di essere interessato al confronto».

Cosa si aspetta allora dagli alleati?
«La priorità di tutti deve essere la città. Ho grande rispetto per le identità profonde delle forze in campo. La cultura laica e repubblica è una parte della città e non solo del centrosinistra. Il rapporto con il Pri rimarrà fondamentale anche in futuro. Le ambizioni dopo 5 anni sono più alte, significa per la politica essere più performante».

E dal Pd cosa si aspetta nei prossimi mesi?
«Sono legato da forte stima al segretario nazionale e al presidente Bonaccini. Entrambi sanno che se una cosa non la condivido non sono capace di far finta che vada bene. In questi anni ho avuto ottimi rapporti con governi di tutti i colori. Ma ricordo anche quando si voleva cancellare l’Imu per le piattaforme, il blocco delle estrazioni confermato da due governi, l’E45 stralciata in una notte. Mi sono fatto conoscere per la mia coerenza, e se le aspettative sul versante portuale sono state confermate sulle politiche industriali, chimica ed energia il giudizio è negativo. Il progetto sulla C02 va inserito in una strategia complessiva».

Si sente solo?
«No, perché sono combattivo e non mi scoraggio. Sono convinto che si apra una fase nuova e pensando al recovery fund, Ravenna è il posto giusto da dove partire»

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