Il meteorologo Randi: “In Romagna finisce un inverno mai cominciato”

Ieri, 29 febbraio, si è chiuso l’inverno meteorologico più caldo di sempre in Romagna. Dicembre, gennaio e febbraio hanno fatto segnare un’anomalia media di +3,3 gradi polverizzando i record precedenti. «Siamo di fronte a temperature mai viste prima – commenta Pierluigi Randi, meteorologo e presidente di Ampro -. Già lo scostamento di un grado dalla media è considerato significativo, superare i 3 gradi equivale a essere fuori scala. Analizzando la stagione invernale nel dettaglio, dicembre ha presentato temperature superiori alla media di 3,5 gradi, gennaio di oltre 2 gradi e febbraio di 4,3 gradi. Gli effetti sono facilmente percepibili, la ripresa vegetativa delle piante è di circa 20 giorni in anticipo rispetto a quello che sarebbe la normalità del periodo. Le giornate tipicamente invernali sono state pochissime. Il picco del freddo è stato registrato il 22 gennaio scorso, quando le minime hanno raggiunto i - 7 gradi in pianura e i - 3 nei centri abitati. L’eccezionalità degli ultimi mesi è stata ancora più evidente nei Balcani, dove si è registrato un caldo record con temperature sopra la media di circa 8-9 gradi».

Sparita la neve

L’inverno mite arriva dopo un autunno e un’estate altrettanto anomali. In Romagna, le temperature sono state più alte di 1,8 gradi rispetto alla media in estate e di 3 gradi in autunno. «Siamo di fronte a valori molto significativi – commenta ancora Randi -. Questo inverno la neve non si è praticamente vista. In pianura non è mai caduta e sugli Appennini è stata rarissima e solo ad alta quota. Questo non è un bene, per due motivi. Innanzitutto, la neve rappresenta un ottimo serbatoio per la ricostituzione delle falde acquifere e la sua mancanza rischia di farsi sentire soprattutto in primavera. In secondo luogo, se la pioggia si sostituisce alla neve, rende ancora più instabili le nostre montagne che, dopo l’alluvione dello scorso maggio, sono ancora fragili per via delle frane».

Molta pioggia

Sul fronte delle precipitazioni l’inverno è stato abbastanza generoso, chiudendo i tre mesi con un + 11% di piogge rispetto alla norma: «L’andamento è stato molto disomogeneo – spiega Randi – si sono alternati periodi senza a pioggia a precipitazioni molto intense. A dicembre le piogge sono state inferiori alla norma del 70%, mentre a gennaio sono state il 70% in più e a febbraio il +34».

I prossimi giorni

In questi giorni si assiste a un perdurante maltempo: «Fino a martedì non avremo sensibili inversioni di tendenza con giornate piovose – conclude Randi -. L’area di alta pressione è stata sostituita da un lungo fronte di bassa pressione che favorisce l’arrivo di perturbazioni atlantiche. Fino all’inizio della prossima settimana avremo piogge e temperature ben al di sopra della media. Tornerà a fare più fresco soltanto dal 4-5 marzo».

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