Gli agricoltori lanciano un appello al Governo. Servono interventi urgenti per mettere in sicurezza il territorio dopo l’alluvione. Confagricoltura e Coldiretti chiedono risorse e un veloce ripristino delle strade di collegamento, delle vie interpoderali e dei canali.
«Non possiamo aspettare – dice Andrea Betti, presidente provinciale di Confagricoltura, che proprio ieri era a Roma per un incontro alla Commissione Agricoltura -. Dobbiamo essere pronti per l’autunno, abbiamo solo due mesi di tempo. Se non riusciremo a ripristinare i collegamenti, circa il 30% delle aziende non ce la farà a sopravvivere. Chiediamo la sospensione delle rate dei mutui e delle bollette almeno fino alla fine dell’anno. Si tratta di fare sopravvivere diverse realtà agricole. Occorre uscire da questo stallo e per farlo, le prime cose utili sono una legge speciale, che stanzi risorse immediate, e la nomina di un commissario che funga da tramite con il Governo. Sul territorio faentino serpeggia un grande malumore che va intercettato immediatamente».
Nicola Dalmonte, presidente di Coldiretti Ravenna, chiede celerità: «Ci servono subito le risorse per ripartire, molte aziende devono ripristinare le proprie infrastrutture danneggiate, la rete scolante. A ciò si aggiunga la messa in sicurezza degli argini dei fiumi, siamo ancora fragili e dobbiamo proteggerci. Siamo preoccupati anche per la situazione in collina, dove centinaia di frane hanno messo in ginocchio il territorio. Per effetto dello scivolamento dei terreni ci sono imprenditori che hanno perso anche il 10% della propria superficie coltivata».
Dopo il disastro dell’alluvione, che ha compromesso interi raccolti e messo a rischio il futuro di diverse aziende agricole, i coltivatori si trovano di fronte a uno scenario complicato: «Comunque sia l’annata agraria è compromessa – dice Betti -. Intere aree sono state devastate. Ne hanno fatto le spese le terre coltivate a cereali e anche i frutteti. Tra qualche giorno avremo i dati sulla raccolta dell’orzo, da questi capiremo meglio l’entità delle perdite. Di sicuro avremo un calo importante della produzione dei cereali, accompagnato da una minore qualità rispetto al passato».
Altro tasto dolente è rappresentato dai frutteti: «Da più parti segnalano fenomeni di cascola: i frutti cadono prima di giungere alla maturazione. È uno degli effetti che si manifesta nelle piante che hanno subito un forte stress. Stiamo vedendo il fenomeno nelle drupacee, soprattutto nelle albicocche e pesche». Sulle viti emerge un altro problema: «Siamo preoccupati per la proliferazione di alcuni funghi – dice Betti -. In molti casi, non si è riusciti a fare i trattamenti fitosanitari necessari perché i frutteti non erano raggiungibili. Il risultato è che molte piante ora soffrono di varie fitopatie».
Dalmonte annuncia che Coldiretti fornirà i risultati di un censimento puntuale sui danni subiti dal territorio ravennate e romagnolo: «A breve saremo in grado di fornire una stima di quanto abbiamo perso per effetto dell’alluvione».