Ravenna, sparite le piogge invernali: calate del 36 per cento

RAVENNA - L’inverno non ha portato con sé le agognate piogge e nei terreni agricoli prosegue la lotta contro la scarsità d’acqua. Tanto che il Consorzio di bonifica della Romagna Occidentale ha anticipato i tempi per garantire l’irrigazione dei campi e i sistemi irrigui per i trattamenti antibrina. «I cambiamenti climatici sono in atto – spiega Andrea Betti, presidente di Confagricoltura Ravenna –. Nel giro di 4-5 anni la situazione è cambiata radicalmente e dovremo adattarci ai nuovi scenari. I fiumi sono quasi diventati a carattere torrentizio. Per fortuna dal Consorzio di bonifica arriva una risposta tempestiva alle sollecitazioni delle associazioni. Serve acqua per le barbabietole porta seme e per le produzioni orticole. In collina abbiamo la fioritura anticipata delle albicocche e presto toccherà agli altri alberi da frutto. La natura è avanti di circa due settimane rispetto al normale e temiamo le gelate primaverili. L’attivazione dei sistemi antibrina è fondamentale per evitare i disastri da cui siamo reduci sia nel 2020 che nel 2021».

I dati rilevati dal pluviografo del Consorzio a Lugo sono significativi: «Se le precipitazioni nello scorso gennaio sono in linea con la media dal 1993, con una lieve riduzione del 9% – dicono dall’ente –, ben peggiore è il dato dell’ultimo periodo da novembre a gennaio, che rispetto alla media dello stesso arco temporale (1993-2022) fa emergere una riduzione del 36%».

Il comprensorio lughese si caratterizza per l’elevata densità relativa della coltura della barbabietola porta seme. Si tratta di una produzione agricola che, in presenza di condizioni climatiche anomale qual è la siccità, richiede un approvvigionamento idrico anticipato rispetto all’inizio ordinario della stagione irrigua, fissato al 15 marzo. «Se l’approvvigionamento non è tempestivo – spiegano dal Consorzio –, non vi sono le condizioni per lo sviluppo delle piantine messe a dimora a cavallo tra gennaio e febbraio. Ciò avrebbe pesanti conseguenze economiche per i produttori, se si considera che la produzione lorda vendibile a ettaro della bietola porta seme si colloca in un range tra i 5mila e gli 8mila euro». Il Consorzio spiega che nei giorni scorsi è stato possibile censire richieste di attingimenti da canali o prelievi dagli idranti di impianti in pressione per ben 70 corpi aziendali, con una superficie interessata di più di 400 ettari.

I mesi invernali di dicembre, gennaio e febbraio si chiudono con precipitazioni inferiori del 10% rispetto alla media del trentennio 1981-2010. «Mentre dicembre e gennaio hanno fatto segnare precipitazioni in linea con la norma – spiega il meteorologo Pierluigi Randi –; febbraio chiude con il 50% in meno delle piogge, con appena 10-15 mm caduti. L’inverno poco piovoso ha aggravato le problematiche che ci portiamo dietro dal 2021, che è stato il secondo anno più siccitoso dal Dopoguerra a oggi. La speranza è che la primavera possa portare le agognate piogge, anche se per ora le previsioni a breve non fanno intravedere un’evoluzione in questo senso».

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