Ravenna, Scienze Ambientali si amplia con aule e laboratori

L’Università guarda al futuro con l’avvio delle opere di ampliamento della sede di Scienze Ambientali. L’intervento, per un investimento di 4 milioni di euro finanziati da Unibo, ha preso il via in questi giorni e pone le basi per la realizzazione di nuove aule e laboratori nella struttura di via Sant’Alberto.
«In questo momento, l’avvio del cantiere assume una valenza particolare – commenta la presidente del campus ravennate, Elena Fabbri –. Lavoriamo per tornare finalmente alla normalità e lasciarci alle spalle un periodo davvero difficile. Il taglio del nastro della nuova sede universitaria è previsto per il mese di giugno del 2022».
L’investimento per gli anni a venire si scontra con un presente condizionato dalla pandemia. Con il ritorno dell’Emilia Romagna in zona rossa, le lezioni sono di nuovo a distanza: «Il personale universitario è in presenza, ma per quanto riguarda gli studenti le lezioni sono in remoto. Proseguono in presenza soltanto le esercitazioni pratiche e le attività di coloro che preparano la tesi. Per i laboratori abbiamo predisposto più turni, in modo da limitare il numero dei partecipanti in contemporanea. I ragazzi non lavorano in gruppo, ma individualmente. Gli incontri sono contingentati e scanditi dal protocollo anticovid. Sono comunque momenti preziosi per vedere di persona i nostri studenti».
Senza interruzioni
Il percorso universitario prosegue senza interruzioni: «Il 2020 ha fatto segnare un dato molto positivo – dice Fabbri –. Nonostante tutte le difficoltà, nell’anno appena trascorso il polo ravennate ha fatto segnare, rispetto al 2019, un +10% dei crediti superati dagli studenti. In pratica si sono superati più esami rispetto all’anno precedente. Inoltre, nel 2020 si sono laureati a Ravenna 717 studenti rispetto a 690 laureati nel 2019. Sono dati che accogliamo con soddisfazione, ma la prolungata mancanza di un contatto diretto e continuativo con gli studenti è un problema che si fa sentire. L’adeguamento delle aule con le tecnologie più moderne ci aiuta per rendere sempre più efficaci le lezioni a distanza, ma un rapporto in presenza è insostituibile».
Gli investimenti effettuati per dotare le aule di telecamere, microfoni ambientali e altri strumenti per la didattica a distanza saranno utilizzati anche a emergenza rientrata: «L’Università ha comunque compiuto un passo importante – conclude la presidente del Campus – e le strumentazioni, di cui ci siamo dotati, serviranno per ampliare i nostri orizzonti anche per quando tutto sarà tornato alla normalità. Potremo collegarci e interagire in aula con specialisti in collegamento da altre università o centri di ricerca, potremo approfondire le lezioni con filmati e contributi video inviati da ricercatori di tutto il mondo, compresi i nostri studenti magari all’estero per scavi archeologici, e svolgere lezioni più interattive. Sono solo esempi, ma che ci fanno capire che da momenti di grande difficoltà possono nascere anche nuove opportunità».

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