Ravenna omaggia il teatro di Nevio Spadoni

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RAVENNA. Omaggio a Nevio Spadoni questa sera al teatro Rasi alle 19. Insieme a ospiti e amici, il poeta ravennate ripercorrerà la sua lunga e intensa carriera e presenterà la recente pubblicazione “Tutto il teatro”, monografia che raccoglie testi teatrali in lingua romagnola, edito da Il Ponte Vecchio (Cesena, 2019). Durante la serata si alterneranno sul palco studiosi e attori che hanno portato in scena le liriche di Spadoni. Interverranno lo studioso e poeta Giuseppe Bellosi, il critico letterario Manuel Cohen, l’attore Gianni Parmiani, il poeta Gianfranco Miro Gori, il regista Marco Martinelli, e gli attori Ermanna Montanari e Roberto Magnani.
Spadoni, cosa accadrà in scena?
«Sarà un’occasione per abbracciare amici che in questi anni hanno seguito e interpretato i miei lavori. La serata è un tributo a una produzione poetica trentennale dalla quale sono nati spettacoli prodotti da Ravenna Teatro e da Ravenna festival».
Cosa contiene il libro?
«“Tutto teatro”, edito da Il Ponte Vecchio, contiene in 630 pagine 14 lavori teatrali da “Lus” fino agli ultimi lavori, due inediti. C’è una vasta bibliografia critica, ci sono testimonianze di attrici e attori come Elena Bucci, Marco Sgrosso, Francesco Gabellini, Francesca Airaudo, Daniela Piccari. In più comprende sguardi critici di Renato Palazzi, Gianni Celati, Rodolfo Di Giammarco, Oliviero Ponte di Pino, Franco Quadri. Questo volume arriva dopo “Poesie 1985-2017”, edito da Il Ponte Vecchio con il quale ho vinto il premio nazionale “Salva la tua lingua locale”».
Questo tributo rappresenta un punto di arrivo?
«No, di certo. La mia arte continua, sarà la poesia a decider di me. Questo è un momento di tranquillità. Ci vogliono momenti di sospensione; Tadeusz Kantor diceva che non si parte dal teatro ma ci sia arriva, per lui fu un approdo dall’arte, per me dalla poesia. Si tratta del tempo della raccolta, della mietitura, ragiono con la mentalità contadina».
Cosa si aspetta dalla serata?
«Sarà l’occasione per abbracciare il mio pubblico. Quando affidi un’opera a un attore, diventa sua. Allora non nascondo l’emozione e la riconoscenza per Ermanna e Marco che hanno voluto questa serata e anche per il tributo che la città ha deciso di fare. Vado in scena dopo l’invito ricevuto dalla biblioteca nazionale di Roma per un reading con 12 poeti italiani che utilizzano il dialetto».

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