Ravenna, la direttrice dell'ospedale: importanti i vaccini ai bimbi

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La recrudescenza del covid non ferma le attività dell’ospedale Santa Maria delle Croci. La direttrice del nosocomio, Francesca Bravi, fa il punto della situazione: «Le vaccinazioni hanno radicalmente cambiato le condizioni in cui ci troviamo ad agire. Rispetto a un anno fa la situazione è nettamente migliore, nonostante l’alto numero di contagi registrato nelle ultime settimane. Ravenna ha raggiunto un tasso di incidenza pari a 340 casi ogni 100mila abitanti, posizionandosi ben oltre la soglia dei 250 casi che è considerata la quota critica. Oggi, grazie all’azione dei vaccini il sistema sta reggendo. Al momento a Ravenna abbiamo 6 persone in terapia intensiva (cui si aggiungono 5 nell’ospedale di Lugo e 3 in quello di Faenza) e 50 ricoverati per covid, esattamente la metà di quelli che registravamo in questo periodo l’anno scorso. Questa è la dimostrazione che i vaccini ci proteggono e, anche quando si contrae il virus, il decorso è nella maggior parte dei casi più favorevole e non è richiesto il ricovero. Per questi motivi è importante proseguire nei comportamenti virtuosi e fare la dose booster di vaccino, che potenzia ancora di più le nostre difese».

Il vaccino ai bambini

La notizia degli ultimi giorni è che presto inizieranno le vaccinazioni anche per la fascia 5-11 anni. «Abbiamo un’arma in più sia per frenare la corsa del virus sia per restituire la socialità alla fascia più giovane della popolazione. Nel corso della pandemia, i bambini e i ragazzi hanno dovuto rinunciare a momenti di socializzazione fondamentali per il loro benessere. Per tanti mesi si è ricorsi alla didattica a distanza, che ancora oggi sostituisce la scuola in presenza in caso di contagi tra compagni di classe. I vaccini aiuteranno a superare queste difficoltà e le situazioni di lontananza che, purtroppo, stanno avendo effetti negativi sulle nuove generazioni. Nel reparto di Pediatria registriamo sempre più casi di disturbi del comportamento alimentare, di crisi di panico, problemi di ansia e dell’umore, casi di depressione. Queste problematiche colpiscono con sempre maggiore frequenza una generazione che va dalle scuole elementari fino alle superiori. I vaccini potranno essere una svolta anche sotto questo aspetto, garantendo anche ai più giovani una maggiore vita in società».

Ospedale a pieno ritmo

Più persone faranno i vaccini, meno si rischierà di mandare in crisi il sistema sanitario: «L’anno scorso, in questo periodo, in ospedale effettuavamo soltanto gli interventi più urgenti, preoccupandoci dei pazienti più fragili; oggi, invece, portiamo avanti l’intera attività chirurgica, anche quella di bassa e media complessità, smaltendo gradualmente le liste d’attesa accumulate negli ultimi due anni. Stiamo dando prova di convivenza con il virus grazie ai vaccini e a un impegno straordinario di tutto il personale sanitario».

Gli ultimi arrivati guardano la lunga fila davanti ai loro occhi e sanno già che, prima di poter fare il tampone, dovranno attendere almeno un paio d’ore. Da alcuni giorni i pomeriggi al drive through del Pala de André sono particolarmente intensi. La sensazione, guardando la coda che parte dal punto in cui si fanno gli accertamenti e che zigzaga tra i parcheggi, è di trovarsi lungo viale delle Nazioni in pieno esodo di Ferragosto. E invece, sono tutti ravennati che sperano di non aver contratto il maledetto Coronavirus. Ieri pomeriggio, verso le due, le auto saranno state circa duecento e dagli abitacoli si cominciavano a vedere finestrini abbassati, persone che si sedevano sulla carrozzeria per prendere aria e altre che, invece, scartavano un panino, portato preventivamente con loro per far passare qualche minuto delle lunghe attese. Le macchine, in certi momenti del pomeriggio, sono talmente tante che le file si formano anche lungo via Trieste, in entrambi i sensi di marcia, rendendo davvero difficoltoso il passaggio per gli altri mezzi. L’infermiere, più o meno ogni minuto, riesce a liberare una macchina. Di conseguenza l’ultimo di una fila di cento auto dovrà mettere nei conti di dover attendere oltre un’ora e mezza. Tra loro, ieri, c’era Ilaria, arrivata a bordo della sua Mercedes e subito parcheggiata in fondo a tutti. Lo sguardo è incredulo, «non potevo certo aspettarmi tutto questo caos per un tampone – dice abbassando il finestrino e tenendo la mascherina sopra naso e bocca –. Sono venuta su indicazione del medico, ma pensavo che mi sarei sbrigata in massimo venti minuti, invece». Invece dovrà attendere un paio d’ore circa. Lo stesso non accade la mattina, quando i tamponi al Pala de André vengono fatti su appuntamento. (A.Cic.)

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