Ravenna, la Cgil: "Con la crisi giovani e donne penalizzate"

Ravenna

RAVENNA Tornare nelle piazze il Primo Maggio dopo due anni di pandemia, in pieno conflitto ucraino per i sindacati significa rappresentare tutte le incertezze e le difficoltà del momento, con la ripresa economica in frenata. Per Marinella Melandri segretaria generale Cgil a pagare in termini di occupazione sono ancora una volta i giovani e le donne, più spesso impiegati nel lavoro precario. «La situazione contingente si innesta su situazioni di fragilità peggiorate dalla pandemia. La cassa integrazione è crollata nei primi mesi 2022 rispetto al periodo 2021 del 90%, contro la media regionale dell’84%, ma rimaniamo a livelli superiori rispetto al 2019 e leggermente inferiori 2018. Parliamo di cassa integrazione speciale, oggi la crisi congiunturale o la crisi aziendale non è più figlia della pandemia. Viviamo un forte condizionamento dovuto al conflitto in Ucraina, ma dobbiamo mettere al centro il lavoro di qualità che consenta di rispettare la dignità delle persone».

Tanti i settori industriali gravati da costi energetici e difficoltà a reperire materie prime che potrebbero registrare rallentamenti nelle produzioni e nell’occupazione nel corso dell’anno. Se il mondo dell’artigianato ha tenuto, bisognerà attendere la fine del 2022 per capire cosa è successo nel commercio e nel turismo, dove più spesso si concentrano forme di lavoro stagionale. «Sappiamo che rispetto al 2021 – prosegue Melandri - più persone si sono avvicinate al mercato del lavoro in cerca di nuova occupazione e che diminuiscono gli inattivi, cioè coloro che non studiano e non lavorano. Ma a trovare lavoro sono uomini adulti, complice la ripresa delle produzioni nel 2021 e del settore dell’edilizia. C’è un forte impulso dato dai bonus in un settore in crisi da molti anni, ma va verificato nel tempo. Più aumenta il lavoro precario più sale la preoccupazione per la sicurezza, ci sono attività che si improvvisano, invece serve formazione. Quando l’occupazione si contrae rimane la manodopera maschile e matura, la condizione femminile e giovanile invece resta fragile. Esisteva già una distanza che la pandemia ha acuito. Ora la dinamicità del mercato andrà misurata nella capacità ricettiva delle aziende, vedremo se con l’estate si recupererà qualcosa. L’insieme dei fondi straordinari europei dovrebbe andare ad incidere proprio su queste tematiche con interventi mirati».

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