Ravenna, l'ex campionessa diventa architetto e ridisegna la darsena

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La darsena di città continua ad esercitare il proprio fascino come luogo dalle potenzialità ancora inespresse e rimane oggetto di studi, ricerche, e proposte in attesa di vedere compiuta la rigenerazione. In scia con decenni di piani urbanistici e progetti, la giovane Giada Santucci, 26 anni, ha deciso di offrire il proprio contributo e il primo giorno di primavera ha discusso la tesi compilata con Caterina Capuzzo alla facoltà di architettura dell’università di Venezia, Iuav. Da campionessa di pattinaggio su strada alla progettazione architettonica, Giada ha scelto il suo futuro immaginando di costruire luoghi di cultura biblioteche, studentati e auditorium. «Sono di Ravenna e come tanti ho preso l’abitudine di passeggiare in Darsena, seguendo le modificazioni degli ultimi anni. Non potevo non notare il potenziale dell’intera area e i tanti edifici dismessi, così ho deciso di lavorare su questo con Caterina Capuzzo, tanti si concentrano su realtà del Veneto, io ho deciso di portare all’attenzione dell’università la darsena come luogo di ricerca. Ci siamo concentrate sulla realizzazione di edifici costruiti ex novo inseriti in una proposta progettuale in scala urbana, con accenni ai possibili riusi degli edifici dismessi». Partendo dal Piano operativo comunale, il Poc darsena, e dalla frammentazione delle proprietà Giada Santucci e Caterina Capuzzo hanno trovato come filo conduttore la previsione del grande parco delle arti in destra Candiano. «Il master plan generale in destra Candiano prevede il parco delle arti in dialogo con il canale e con diverse funzioni: una biblioteca universitaria, uno studentato, una zona legata agli sport acquatici, un’area per le persone anziani. Abbiamo mantenuto la strada di spina che divide l’area, concentrando l’area residenziale a sud e la zona degli edifici nuovi immersi nel grande parco». Scendendo di scala ed entrando nel dettaglio le due giovani laureate nella tesi, seguita dalla relatrice Serena Maffioletti e il co relatore Luca Velo, si sono concentrate sul comparto che da Darsena PopUp arriva alla torre di Cino Zucchi. «Lì abbiamo inserito un performing center con auditorium e la biblioteca universitaria, proponendo uno stile di carattere industriale con l’uso ricorrente di acciaio e legno ricorrenti per mantenere l’impronta dell’area, mantenendo stretto il rapporto con l’acqua e con il canale. Ci interessava lavorare su nuove costruzioni ad uso pubblico alle porte della città immerse nel verde».

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