Ravenna, il Sert: "L'alcol ai giovani è un problema reale e il prefetto ha avuto il coraggio di dirlo"

Giusto sensibilizzare le persone sui pericoli derivanti dall’abuso di alcol. La direttrice del Sert di Ravenna, Deanna Olivoni, plaude alla presa di posizione del prefetto di Ravenna, Castrese De Rosa, che qualche giorno fa ha acceso i riflettori sul problema degli eccessi legati all’abuso di alcolici.

Un problema diffuso

«Il prefetto è stato coraggioso – dice Deanna Olivoni -. Era prevedibile che le sue parole avrebbero sollevato alcune critiche, ma non per questo ha rinunciato alla sua presa di posizione pubblica. Il problema dell’abuso di alcol è diffuso e in crescita, anche tra i più giovani e Ravenna non è immune al fenomeno. In questi ultimi anni, non sono mancati casi di giovanissimi che si sono rivolti al Pronto Soccorso dopo avere esagerato con l’alcol. Un altro grande fattore di rischio, collegato all’abuso di alcolici, è rappresentato dagli incidenti stradali. A seconda del tasso alcolemico i riflessi sono rallentati e anche la capacità di reazione. L’alcol è una sostanza psicotropa assimilabile, per gli effetti e la dipendenza che può creare, a cocaina e cannabis. Queste ultime sono sostanze illegali, ma non sottovalutiamo l’alcol. Al Sert abbiamo diverse persone che hanno sviluppato questa dipendenza e vi assicuro che il percorso per uscirne è davvero impegnativo. La dipendenza è una malattia gravissima ed è caratterizzata dal fatto che se un alcolista smette di bere va in astinenza che porta a una sofferenza fisica. Difficilmente una persona può superarla da solo». Deanna Olivoni e la psicologa del Sert, Monica Bosi, sottolineano che nel corso degli anni la trasgressione più semplice e immediata sia diventata per i giovani il consumo di alcol: «Alcuni sono trascinati dagli amici perché soprattutto in gioventù è difficile distinguersi dal gruppo dei pari». Chiediamo alla direttrice del Sert se ci sono genitori che si rivolgono al servizio per chiedere un aiuto: «Più che per il consumo di alcolici, i genitori si rivolgono a noi quando si accorgono che i figli usano sostanze come la cannabis. Ci chiedono informazioni e possibilità di trattamenti»

Una presenza quotidiana

«Gli alcolici, al contrario degli stupefacenti, sono presenti nella quotidianità – commenta Monica Bosi – per cui anche il genitore ne è meno spaventato. Per quanto riguarda gli eventi, come le feste della birra, gli organizzatori ci hanno sempre contattato e noi abbiamo garantito la presenza perché si tratta di occasioni per fare prevenzione. Tutto ciò avveniva prima dell’irruzione della pandemia. Ora, con la ripresa della socialità e delle feste, contiamo di poter tornare tra le persone con il nostro materiale informativo e le strumentazioni per simulare gli alcol test. Soprattutto nelle ore più tarde, i ragazzi che si sottoponevano al test facevano quasi a gara per vedere chi aveva il tasso più elevato». Dal Sert confermano che la pandemia ha portato un aumento delle dipendenze, non soltanto legate all’alcol: «Come servizio non ci siamo mai fermati – spiega Bosi -, sfruttando i social e le moderne tecnologie per rimanere in contatto con le persone e fare prevenzione grazie al progetto “Fra le righe”».

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